Per mia personale esperienza, vi dico che:

non sopporto quando vengono fatte distinzioni tra mamme che allattano al seno e mamme che allattano con il biberon;

non sopporto che vengano fatte discriminazioni tra mamme di serie A e mamme di serie B, solo perché si fanno le stesse cose in modo differente, ma, come la penso a riguardo, ve l’ho già scritto qui e qui.

C’è però, un’altra cosa che mi infastidisce ugualmente, ed è quando, ti viene fatta la domanda:”ma gli dai ancora il seno? È ora di toglierlo è un vizio!”. Domanda che può esserti fatta a qualsiasi età dei tuoi figli.

Vedete, non è per fare la invasata o per chissà quale morbosità, ma l’allattamento è una questione tra mamma e bimbo. Una loro esclusiva. Forse, è proprio questo il punto.

Parlo di allattamento al seno, non per incappare proprio in quella discriminazione che tanto non sopporto, ma perché questa è la mia esperienza.

La natura mi ha “naturalmente “ predisposto all’allattamento. Ancora prima di avere figli, a ogni eco di controllo al seno, mi dicevano: “faccia figli e li allatti, lei produrrà molto latte”. Così è stato. Con me, la natura, è stata buona.

Quando ho attaccato la prima volta Mattia, non avevo la minima idea di cosa stessi facendo, ho semplicemente seguito il mio istinto che mi suggeriva di attaccarlo ogni volta lui volesse, anche a distanza di poco tempo da una poppata all’altra.

Ho allattato il mio primo figlio 17 mesi. Amalia la mia secondogenita, 24 mesi.

Perché vi scrivo di questo oggi?

Perché sono alle prese con il famoso “togliere il seno”, alla mia bimba. Per me, è un momento molto delicato.

Dicevo poco fa, che l’allattamento è un’esclusiva tra mamma e bambino: gli unici che hanno il diritto di decidere quando smettere.

Dire basta: a chi tocca?

Nel mio caso, due figli su due, avrebbero preso la “nenne” credo sino ai 18 anni. Io non sarei arrivata a tanto, ma ammetto di avere avuto e di avere oggi, una grandissima difficoltà: come posso rinunciare a quella manina che mi accarezza,mentre con gli occhi chiusi si nutre di amore e di latte?

Eppure, con entrambi sono stata io a dire basta.

Un basta, il mio, mai troppo convinto, soprattutto questo con Amalia.

Il mio primo “basta”, aveva un motivo più che valido o comunque, abbastanza convincente: ero incinta e stavo malissimo. Ogni volta che Matty si attaccava, io che avevo sempre vissuto quei momenti con gioia e serenità, mi sentivo impazzire. Mi dava fastidio.

Ho tolto il seno a Mattia, sapendo che il mio corpo mi aveva dato un out out.

Ho tolto il seno a Mattia piangendo con lui ogni volta che lo cercava.

Ho tolto il seno a Mattia, per il bene mio e di Amalia.

Penserete, e il bene di tuo figlio? Già, purtroppo per lui, è stata una perdita, magari, in una situazione differente, saremmo andati avanti ancora un pochino.

Ora mi trovo allo stesso punto con Amalia, ma non sono incinta e, per quanto vi suonerà ingiusto ed egoista, per me questo “basta” è molto più doloroso.

Perché non allatterò mai più nella mia vita.

Perché non succederà mai più.

Mi fa male, è una questione di legame con mia figlia, ma è anche crescere. È compiere quei famosi passi che porteranno i miei figli a seguire la loro strada, ma che fanno tanto male al cuore di noi mamme, (ve ne ho parlato qui e qui).

Lo so, non sono stupida, non è che se li allatto per anni, questo significa che saranno sempre piccoli, ma dal punto di vista emotivo e personale, è uno strappo al cordone, un altro, che faccio fatica a dare.

È una questione tra mamma e bimbo

Ecco, mettiamoci dentro anche questo: il papà che incalza da mesi perché io stacchi Amalia.

Ho combattuto, litigato per questo: non avrei mai tolto il seno a mia figlia se non ne fossi stata convinta, perché di rimpianti non voglio vivere.

Alla fine, sono giunta a un compromesso: i due anni di Amalia. Le feste di Natale dove saremmo stati entrambi (Simone ed io), a casa.

Ora che ci siamo, sono sola ad affrontare tutto questo. Per lui, il papà, invece, è tutto molto semplice, logico, lineare: la lasci piangere e le dici no.

(Nemmeno sotto minaccia di morte, lo farei, sappiatelo)

La mia stanchezza: il mio fisico di nuovo mi ha dato chiari segnali: sono dimagrita, mi sentivo priva di forze e, di nuovo, quel fastidio (non sempre) quando la mia piccola si attacca.

Così eccoci qui, anche questo momento è arrivato.

Nonostante mi renda conto che allattare a volte mi pesi, sto male e sono ambivalente.

Come si fa a togliere il seno?

Lo sapessi..

Invece proprio non lo so.

La prima condizione sine qua non è essere decise.

Non ricorrere a trucchetti come mettere aceto o altro sui capezzoli. Non c’è niente di male e, vi confesso che ho pure provato. Il risultato è stato che dopo due rifiuti, al terzo Ami si è attaccata di nuovo superando il disgusto.

Ne sono stata contenta, non mi piace ingannare, ma mi faceva meno male “delegare” il rifiuto a qualcosa che non era buono, piuttosto che dire io chiaramente: No.

L’ho fatto nella speranza che non funzionasse, ma almeno era un chiaro segnale anche per il mio compagno, che ci stavo provando: insomma prendevo tempo.

Alla fine però, non posso tirarla troppo per le lunghe: o lo tolgo o continuo.

Parlare con il cuore

Vedete, anche leggendomi si percepisce la mia ambivalenza.

Ogni volta in cui mi trovo a dirle no, le parlo, la abbraccio e a volte, piango con lei, quando disperata, mi dice mamma tettaaaa.

È straziante, difficile, ma per me questo è l’unico modo. Parlare con il cuore.

Spesso le dico che è difficile anche per me, che mi fa stare male, ma che ce la faremo, che cresceremo insieme e troveremo un nuovo modo di farci le coccole.

Sono due nottiche la mia bimba si addormenta senza seno. Stiamo abbracciate, lei si copre il viso con le sue manine e si addormenta così. Subito dopo, mi scende un lacrimone. Piango in silenzio, al buio.

Penso allora, in qui momenti, che, se la prima volta con Mattia, è stata Amalia ad aiutarmi, questa volta è l’esatto contrario.

Lo faccio anche per Mattia, che soffre vedendo sua sorella ancora prendere il seno.

Il sorriso e la gioia nei suoi occhi, quando prima di addormentarsi controlla che sua sorella si sia addormentata senza seno, mi da la forza di continuare su questa strada.

Piano piano, con i nostri tempi, cercando di non lasciare nulla indietro.

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