Quando si decide di diventare madri, si affronta uno dei compiti più difficili in assoluto. Un figlio è l’unico al mondo che ha potuto ascoltare il nostro cuore da dentro, l’unico che è stato per nove mesi circa, una cosa sola con noi, un legame profondo, viscerale, unico.
Al di là dell’educare, una madre che prova un amore incondizionato e incommensurabile per il proprio figlio, sa che, una volta data alla luce quella che diventerà la ragione della sua vita, passerà gli anni successivi a crescerlo per insegnarli ad aprire le ali e spiccare il volo. Le ali, gliele deve dare, proprio lei.
Per questo motivo, ogni singolo passo che un cucciolo d’uomo fa verso l’autonomia, viene vissuto da parte della sua mamma certo, con tanta gioia, ma anche con tanta malinconia. Io la definisco l’ambivalenza dell’essere madre.
Eccovi un esempio.
Sabato mattina Mattia è andato con il nonno in campagna. Lo ha deciso venerdì sera: quando mio papà glielo ha chiesto, lui ha risposto un sì deciso.
Mi sono sorpresa.
Con mia mamma ci siamo guardate e abbiamo pensato che, magari, non avesse capito che ci sarebbe andato da solo, oppure che il giorno dopo avrebbe cambiato idea. Dentro ero proprio fiera, perché se invece, era un si consapevole (come ho potuto dubitarne, mi chiedo ora), il mio ometto stava crescendo, così come il rapporto con il nonno.
Nonno e nipote: un legame arricchente per entrambi
Mio papà, un tipo di poche parole e non troppi baci e abbracci, ma dal cuore d’oro e una saggezza immensa. A tal punto che ora, è stato in grado di mettere da parte la sua modalità orso, per godersi i suoi nipoti. Nulla lo illumina di più di loro. È tutto fiero del suo piccolo aiutante che raccoglie le foglie, gli porta la legna. L’ho visto fare gesti che mai avrei immaginato: il primo scivolone sui gonfiabili? Con il nonno! (Ve lo racconto qui). Il giro in giostra a cui la mamma aveva detto di no? Con il nonno.
Mattia ieri ha detto un si, deciso! Perché con il nonno fa un sacco di cose divertenti.
Come ho potuto dubitare che avesse detto un si a caso? Insicuro? Ritrattabile?
Ora lo so: la malinconia, la nostalgia, Mattia sta crescendo in fretta. Il fatto di andare sereno, sapendo che sarei rimasta a casa con Amalia e papà, questo prendersi il suo spazio, questa SCELTA.
È crescita, è autonomia.
Il compito più difficile di una mamma: aiutare un pezzo del proprio cuore ad andarsene per la propria strada
Basta non fare opposizione, non spaventarsi,
nè irritarsi della forza, della frenesia che il bambino mette a voler nascere.
Infine, supremo sacrificio, abnegazione totale,
bisogna dirgli dentro di sè
sì, lasciami.
La vita, la tua vita è là, davanti a te.
Prendila
Frederick Leboyer
Sono fiera: forse sto riuscendo ad aiutarlo a prendere la sua strada, anche se per adesso, si tratta di una gita con il nonno. Non gli è stata imposta. L’ha scelta.
Confesso che la sera prima glielo avrò domandato mille volte: “allora domani vai a Ponti con il nonno? “.
Mai un’esitazione: sempre e solo un sì mamma.
Sabato mattina con il suo trolley di macchinine, ma anche con dentro le nuove ciabatte di Spiderman della nonna, è partito.
Erano così carini! Due dei tre uomini più importanti della mia vita!
Ho chiuso la porta e ho pianto.
Che sciocca, lo so.
Che male c’è peró, a commuoversi dei piccoli passi dei propri figli?
Ah, nel caso ve lo steste chiedendo: è tornato nel tardo pomeriggio!
Sono un caso umano, secondo voi?