Apri gli occhi e sei in allerta. Sei già stanca.

Non ti alzeresti dal letto, perché pensi che non ce la puoi fare.

Inizi con il sentire le mani e i piedi che sudano, i battiti del cuore accelerano, sei vigile, come se dovessi prevedere qualcosa che sta per colpirti.

La sudorazione aumenta, i battiti anche.

Vorresti farti piccola piccola. Lasciatemi qui, in pace.

Sei in totale chiusura. Ed è questo che alimenta la tua angoscia.

Come se questa sensazione, questo momento fosse il tuo per sempre.

Un vortice di pensieri, di cose da fare, di scenari e di possibilità, tutte ovviamente sfavorevoli, e la grande fatica di trovare soluzioni.

Con un frullato in testa di mille cose, tuo malgrado ti alzi, quasi cercando di ignorare quella sensazione che ti chiude la gola in una morsa. Ti viene da piangere.

Ti alzi, vai in bagno e respiri buttandoti sotto la doccia. La doccia funziona sempre, lava via un po’ di quella brutta sensazione e vedi un piccolo spiraglio a cui ti aggrappi.

La giornata ha inizio: i bambini, il lavoro, tutto procede. È come se a un certo punto trovassi un compromesso. La sera è il momento migliore, ti addormenti quasi serena, ma quando ti risvegli inizia tutto da capo.

La storia di quasi tutte le mie mattine.

A questo si associa un grande senso di colpa, un senso di ingratitudine per quello che hai, che ti fa stare anche peggio.

Perché faccio così? Ci sono cose peggiori… pensi alle tragedie più terribili ed entri nel loop dell’ansia che spero non succeda nulla, che sei un’ingrata.

Ci ho messo parecchio a capire che quello con cui mi sveglio quasi ogni mattina è un attacco d’ansia.

Ci sto mettendo parecchio a capire il perché.

Sto lavorando anche tanto sul mio modo di stare in relazione con gli altri. Una vita a sconfinare per chissà quale motivo e mi ritrovo ora, a sentire quasi un dolore fisico se non mi definisco, se non stabilisco i miei confini. Io esisto.

Quando sei in preda all’ansia, vi svelo un segreto: non servono le prediche, non servono gli scrolloni, non servono le razionalizzazioni di chi vedendoti in quello stato, inizia a dirti smettila, ma sei pazza.. devi stare calma…che quello te lo dice continuamente una parte di te.

Perché di fatto, tutto questo aumenta il tuo senso di inadeguatezza. Non si ha bisogno di sentirsi dire che quello che stiamo provando è irrazionale e ci penalizza. Lo si sa già.

Capisco anche che non è semplice per chi ti sta accanto, ma vi garantisco che essere “sgridati”, colpevolizzati, spronati aggressivamente, non funziona.

Il controllo. Il controllo su tutto per prevedere e non essere impreparati.

Il totale accentramento senza delega, perché se tutto dipende da me, ho il controllo.

Che pensiero illusorio, vero? Lo so bene, ma funziono così. Per ora.

Chi soffre d’ansia vive costantemente nel futuro. Come si può controllare qualcosa che non è controllabile?

La soluzione è vivere il qui ed ora, hic et nunc. Adesso. Questo momento.

Essere davvero presente in questo istante.

Ho iniziato a praticare yoga per arrivare al presente. Il movimento fisico aiuta e poi, non si tratta solo di questo, ma di un lavoro su se stessi.

Disciplina, routine.

Accogliere e accogliersi. Perché solo quando non vai più contro alla tua natura, quando la accetti, è li che inizia il vero cambiamento. La tua crescita.

In modo giusto o sbagliato che sia, credo di lavorare su me stessa da quando sono venuta al mondo. Di cose ne ho comprese, ma alcune volte, più spesso di quanto vorrei, la sensazione è di aver buttato all’aria una stanza, aver fatto pulizia, ma poi di non saper più trovare il nuovo posto alle cose. A volte, è invece un incasinare ancora di più.

Lo yoga mi aiuta tanto, ma ancora di più la respirazione e la meditazione.

No. Non è assenza di pensieri. Come si fa a non pensare a nulla?!

È starci dentro. Vederli davanti a te, fluire e non farti travolgere.

Cinque minuti di respirazione e l’ansia si allenta. C’è tutto un mondo da scoprire e io sono intenzionata a farlo.

Il cambiamento che cerco è faticoso ed enorme. Voglio essere una persona migliore. La mia bambina interiore ha tanta paura di vivere. Non si sente al sicuro, mai. Sto così, imparando ad abbracciarla. Le sussurro che è al sicuro e che le voglio bene.

Gli attacchi d’ansia sono solo la famigerata punta di un iceberg che ha radici che chissà se raggiungerò mai.

Sono la voce a tutto quello che non ho il coraggio di dire. Ogni volta che non ascolto ciò che veramente ho da dire, loro aumentano.

Perché quando pensi che il compromesso sia la sola soluzione, mettendo a tacere parti di te che sono autentiche per paura che… succede che ogni mattina al risveglio, con il cuore a mille, il cervello impazzito e le mani sudate, ne paghi il caro prezzo.

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