Vanto cinque anni di cosleeping estremo + due di “addormentiamoci insieme e poi, mamma vai nel tuo letto”.
Il che significa che spesso, mi addormento con loro e aprrodo al mio letto verso le 3 del mattino.
Anche stasera, come ieri sera dormirò nel mio letto domani, perché una volta abbandonato il lettone di mamma e papà, per il loro, abbiamo istituito una nuova coccola speciale: le serate in cui a turno, si dorme insieme. E questo week end si fa il bis: Matty e papà dormono nel lettone e Amalia e mamma nel lettino in cameretta.
Viene da chiedersi, lo so che vi frulla in testa questa domanda, ma tu e Simone?
Dipende dai periodi, di sicuro quella che ha più difficoltà a tagliare il cordone ombelicale, sono io. Allo stesso tempo, però, Simone me lo fa capire molto bene, quando esagero. E udite udite, io lo ascolto.
Dare spazio alla genitorialità, preservando i momenti di coppia, non è certo un affare semplice.
Sappiamo bene che i nostri figli non saranno piccoli per sempre, che presto ci mancheranno questi momenti, così ce li godiamo. Allora, evviva le invasioni di campo..ogni tanto!
Direi che così, otto volte su dieci l’esser genitori ha la priorità su noi come coppia. E alcune volte, anche la voglia di farci reciprocamente i fatti nostri, prevale anche quando avremmo la possibilità di stare un pò insieme.
E’ sopravvivenza.
Il che non vuol dire, sacrificare di noi come coppia.
Per questo, ogni giorno, mi pongo una domanda: se non ci fossero Matty e Ami, Simone ed io riusciremo ancora a parlare, a ridere? A raccontarci cose, a condividere interessi, riusciremmo, insomma a stare soli?
La risposta deve essere sempre una: SI’
E quando mi sembra che la situazione sfugga un po’ di mano, vuoi per periodi più impegnativi, più stressanti, più stancanti, arriva un momento i cui ci imponiamo in ogni modo di ritagliare qualche ora per noi, che nella migliore delle ipotesi significa “bambini stasera dormire dalla zia”, nella peggiore “bambini stasera si cena in sala, con la pizza, e il vostro programma preferito. Papà ed io siamo in cucina, se avete bisogno”.
Quindi, che ci sia o meno l’invasione di campo nel nostro letto, che le notti siano state o meno in bianco, che alcune notti mi sia svegliata e nel buio della stanza non capissi in quale letto fossi, dei calci in faccia, delle posizioni assurde in cui, come in un tetris, abbiamo dormito, l’importante è che Simo ed io, riusciamo a esserci. Ascoltandoci e comunicando.
La nostra famiglia nasce prima di tutto dai nostri abbracci. Non importa come e quando, l’importante è custodire e prendersi cura di questi abbracci. Ogni giorno.
Che sì, lo so, non esiste una regola.
Nemmeno la soluzione perfetta.
Ci si prova, si va a braccio. Alla continua ricerca di un equilibrio che molto più spesso di quanto si vorrebbe, si perde.
L’unica cosa che conta, però, è non perdersi di vista.
E’ un impegno quotidiano. Reciproco.
Si, potete esserne certi, qui si litiga a bestia, si piange, si sbattono le porte e vai a cagare stasera.
Non è semplice.
Perché non è la vita del Mulino Bianco, la nostra, ma è esattamente quella che voglio.