Quando capita che in un monento di distrazione, ti cada dal divano tua figlia e ti cada pure di testa, pensi che morirai… o forse sei già morta dallo spavento. Sei corsa con tanto di musica in  sottofondo stile donna bionica, ma non sei la donna bionica e prenderla al volo ti è impossibile.

Niente non ci riesci e lei fa una capriola battendo la testa. Cianotica piange e tu andresti sulla luna pur di farla stare meglio. Ti senti una mamma orribile, sudi freddo e dici il suo nome a rallentatore con una voce strozzata. Le porgi il seno, quello calma e consola sempre. Non dopo un tuffo di testa del genere. Allora è grave? Eppure nella disperazione del momento, una freddezza ti assale all’improvviso.

Rivivi la situazione in stile moviola e valuti: ospedale sì ospedale no. È quel bivio che, qualunque sia la strada scelta, ti rimane sempre il dubbio che l’altra sarebbe stata migliore. Pensi…forse se…

Il mio forse se a oggi, da ieri sera che è caduta è: forse se l’avessi portata al pronto soccorso…

Ma ho deciso di non farlo. Lei era vigile, reattiva, ha mangiato e dormito.

Stamattina, appena sveglia, ha riso, fatto le sue lallazioni, le sue scalate come sempre.

Due ore dopo, facendola scendere dalla macchina, ha vomitato. È in quel momento che mi sono chiesta Perché non sono andata al Pronto Soccorso?

Forse ha semplicemente patito la macchina,il caldo, ma porca miseria proprio oggi per la prima volta?

Continuo a guardare il quadro generale. Sembra tutto ok. Però ho un’ansia che non mi abbandona da ore. Sto malissimo.

Sono pure dal parrucchiere, che mamma degenere, ma se leista bene, lei STA bene, mi ripeto….cuore in gola, non mollo Amalia nemmeno un secondo. Salivazione a zero.

Prego che stia bene, che non vomiti di nuovo.

Nel mentre, però, mi attivo su tutti fronti alternativi al Pronto Soccorso:

La pediatra: peccato che Ami abbia vomitato fuori orario… non ha risposto, bisogna attendere le due del pomeriggio.

Pronto Soccorso Pediatrico: chi mi ha risposto non mi ha fatto neanche parlare, spiegare, solo: ”non diamo più supporto telefonico. Signora  decida da sola!”.Clic.

Web: sì, lo so, non si va a leggere in internet in questi casi.

Decida da sola…. Eh! Ho una laurea i pediatria? Sono un medico? No.

È ovvio che decido io, ma se vengo lì e poi mi sento sgridare perché nella mia valutazione in solitaria, ho esagerato perché ho esposto mio figlio alla qualunque e torniamo a casa che al posto del trauma cranico, abbiamo chissà cosa? Che poi della sgridata mi importa zero, ma dei virus e co no.

Non sono una mamma che corre in ospedale alla prima e l’esperienza mi insegna che se davvero la situazione è grave, nemmeno te lo poni il dubbio, ma ci sono casi, come quello di oggi, in cui sembrava “tutto bene quel che finisce bene”, se non fosse per un dettaglio improvviso: Amalia ha vomitato. Mica lo puoi trascurare. Chi è che non sa che botta in testa+vomito =pericolo?

Eppure non corro al Pronto Soccorso, nemmeno adesso.

Avevo bisogno di un confronto.medico per decidere e invece, Mi sono sentita sola e abbandonata. E non è giusto.

Lo capisco che se c’è l’emergenza uno corre e basta, ma ci sono i casi limite  lì che si fa? E adesso?

Forse dovrei correre al Pronto soccorso.

Sono le due.

Forse ora la pediatra risponde.

Provo.

Suona libero. Finalmente la sua voce. Io la adoro, è un tipo che non ti mette il panico, ma non sottovaluta. Sì rende disponibile in qualsiasi momento a vederla, ma visto che si è trattato di un episodio, la teniamo d’occhio senza andare al Pronto soccorso.

Ecco. Mi bastava questo. Sapere se dovevo correre o se potevo aspettare.

Aspettiamo.

Sono le 23.17 Amalia dorme. Ha giocato, riso e urlato sino a poco fa.

Non lo urlo, ma sembra stia bene.

Una giornata lunghissima e se già sapevo quanto dovessi essere grata a Dio, al cielo, all’universo, ora lo sono ancora di più. Avrei voluto darla io sta testata.

Essere mamma è anche questo: avere paura. Tanta paura.

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