Ieri, mentre rientravo a casa alle dieci di sera, mi trovavo su un bus pieno di gente. Seduta dietro di me, in un angolo una signora, non era italiana, forse una rom. Aveva un’espressione misto tra il serio e quasi l’arrabbiato.

Quando mi sono alzata per scendere, l’ho osservata meglio e ho notato che non era sola, aveva una bimba di circa due anni.

Il quadro che quel momento mi ha regalato, rimarrà poesia nei miei ricordi. La donna infatti, aveva un’enorme seno scoperto e la sua bimba, in piedi davanti a lui, prendendolo a due mani come una coppa, stava bevendo il latte della sua mamma. Il sederino tutto all’indietro e il viso premuto sul seno materno.

In mezzo a quel grigiore, un’isola colorata, delicata e piena di amore.

La donna mi ha guardato, con quella tipica espressione che dice:” si dai giudicami anche tu! Dimmi che sono al limite del pudore, tanto non mi importa, sono stanca”.

Io le ho sorriso.

Perché è troppo bello vedere quelle sue manine paffute appoggiate al seno della mamma, l’espressione beata che assumono i bimbi in quel momento.

Le ho sorriso di cuore.

La donna, dapprima sorpresa, ha incurvato timidamente le sue labbra, poi ha continuato a guardarmi e mi ha sorriso contenta, come a dire grazie che bello mi capisci.

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Spesso tra di noi, donne e mamme, manchiamo di solidarietà. L’occhio più severo nei confronti delle altre, lo abbiamo noi.

Basterebbe invece, giusto un sorriso al posto del giudizio.

Io sono tornata a casa dai miei bimbi arricchita da questo momento, durato quanto lo scatto di una fotografia o poco più e, spero, che anche quella mamma abbia provato la stessa cosa. Eravamo uguali, sulla stessa isola, lei ed io.

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