Ieri al supermercato, Mattia ha rubato delle noci. Se le è messe in tasca di nascosto e io non me ne sono accorta.
Fino a casa.
Lascia stare, Fede, sono bambini!
No. Le basi si mettono da subito. Mi sbaglierò, ma chi semina raccoglie e io, soprattutto se si tratta dei miei figli, voglio seminare meglio che posso. Qui, perciò, oggi c’era un’erbaccia da sradicare subito.
Non rubare. È il settimo comandamento. Cristiani o no, questo resta comunque, una regola base.
Si tratta di educazione. Si tratta di distinguere sin da piccoli ciò che è bene e ciò che è male.
Rubare è male.
Educazione.
Un bambino che saluta, dice grazie, per piacere e tante altre paroline “magiche”, per me, è un adulto migliore un domani.
Per questo martello i miei figli da sempre: grazie deve essere stata una delle prime parole che hanno pronunciato (dopo mamma e papà).
Volete mettere un bimbo che, quando entra in un locale, saluta? O una piccolina che ti dice:”accie “ quando le porgi qualcosa?
Lascia stare, è un bambino.
No, le basi si mettono da subito. Si mettono con l’esempio in primis.
Oggi Mattia ha “rubato” delle noci al supermercato.
Di nuovo, una vocina: no dai Fede, sono bambini! È piccolo!
Vero. Verissimo, ma questo non significa lasciar correre.
Per me è una cosa che va affrontata, invece.
Così ho fatto.
Me ne sono accorta quando oramai eravamo quasi a casa: mano in tasca, sguardo furbetto. Un flash: lui ed Ami che gironzolavano intorno alla cesta delle noci.
Ho agito di istinto: l’ho preso per mano e gli ho detto:”ora ritorniamo al supermercato e diciamo alla Fra (una delle ragazze che ci lavorano e che oramai consociamo) che dobbiamo andare a rimetterle a posto, perché le hai prese senza pagarle.
Giusto? Sbagliato?
Non lo so. Io ho fatto così.
Mattia una volta scoperto, ha iniziato a piangere, si vergognava a dirlo. Aveva paura dei poliziotti ( questa cosa qui non gliel’ho messa in testa io e mi da pure noia. Non gli ho mai detto se non fai il bravo arrivano i vigili o chi per loro. Eppure da qualche parte lo ha appreso).
Tutto nel suo atteggiamento, diceva fortemente “lo so mamma che non si fa”, però lo ha fatto.
Una marachella lo so: le ha viste per terra, le voleva e non ha resistito.
Siamo tornati al supermercato, abbiamo rimesso a posto le noci e passate dalla”Fra”. Lui non voleva dirlo. Si nascondeva dietro di me e piangeva, quasi in silenzio.
Così quando la ragazza gli ha detto: “ah Matty, forse volevi dirmi che le avevi prese per sbaglio?”, l’ho lasciata fare.
Tanto Mattia aveva capito, eccome.
Non potete immaginare la tenerezza che mi ha fatto, ma il bambino di oggi, sarà l’uomo di domani e io, un uomo che sa tornare sui propri passi, ammettere i propri errori e che sa in qualche modo rimediare, lo trovo meraviglioso.
Vi ripeto, non so se ho sbagliato, ho temuto di averlo fatto sentire umiliato e non era certo il mio intento.
Imparare che si può sempre (o quasi) rimediare
Una volta usciti dal supermercato l’ho abbracciato forte, gli ho sussurrato che oggi ho voluto dirgli qualcosa di importante: non si ruba, questo è male. Ha fatto una cosa brutta (ma lui non è brutto). Essere scoperto e dover rimediare lo ha fatto stare male e piangere, ma da un gesto brutto , ha appreso qualcosa di bello: si può rimediare. Basta essere sinceri e tornare sui propri passi. Le conseguenze di un gesto mal fatto ci saranno comunque, ma saranno diverse.
Sapere di Poter rimediare.
Spero che mio figlio lo abbia capito.
Intanto ieri sera, prima di metterlo a letto, gli ho chiesto come sempre, che cosa gli fosse piaciuto di più delle cose fatte in quella giornata. La sua risposta?
Fare la spesa con te, mamma!
Allora, forse….
Sono d’accordissimo con te, anzi ti avevo detto che avrei fatto la stessa cosa su IG prima di leggere l’articolo! 🙂 La bella cosa che passa è che hai fatto tutto questo con pazienza, vi siete presi il tempo per tornare al supermercato e rimediare.
Grazie, il confronto per me è importante! Ho agito di pancia, per me era ed è giusto così. Lo so che è stata una marachella, però credo sia giusto spiegargli che non si fa, ma anche aiutarlo a rimediare. L’unica cosa, l’umiliazione. Ecco io non volevo questo. Spero invece, gli sia servito di insegnamento. E come dici tu, è stato fondamentale il “poter rimediare”.
Un abbraccio grande
Grande!! Non rubare…si non rubare nulla…dalle cose piccolissime a poi quelle grandi… un insegnamento… un modo di vivere…hai svolto in modo eccezionale uno dei primi compiti di una madre!!!