La prima notte senza pannolone.

Da circa tre settimane, il mio ometto non bagnava più il pannolone e al mattino, tutto soddisfatto mi chiedeva di toglierlo e di andare a fare pipì nel vasino. Ieri sera mi ha chiesto di tenere le mutandine e così abbiamo fatto.

Un’altra conquista. Un’altra dimostrazione che chi fa da sé, fa per tre.

Un’altro esempio di come “aiutami a fare da solo”, dovrebbe essere il mantra di ogni coppia genitore/figlio.

Questa volta nessuna pressione, nessuna aspettativa, niente di niente. Quando sarà, sarà.

Il nostro percorso verso lo spannolinamento è iniziato quasi un anno fa, precisamente lo scorso giugno.

E’ iniziato per forza, non per attitudine: a settembre Mattia avrebbe iniziato la materna (come anticipatorio) e a noi, intendo a Simo e me, è scattata l’ansia che per allora, dovesse essere senza pannolone.

Se vi state chiedendo perché lo volessimo fare entrare alla materna come anticipatario, vi rispondo che banalmente di lì a poco sarei dovuta rientrare al lavoro e affrontare inserimento alla materna e rientro al lavoro insieme era molto pericoloso per il mio equilibrio mentale.

Non avrei mai immaginato che il mio rientro in realtà sarebbe stato lampo, ma per quanto riguarda la materna sono contenta di avercelo mandato.

In quei giorni, tornando allo spannolinamento, scrissi anche un post, lo trovate qui.

Predicare bene e razzolare male.

Come leggerete o avrete già letto, mi sono posta mille paranoie sulla fase anale e la sua delicatezza, vi ho descritto come fossi in ansia di rovinare psicologicamente il  mio cucciolo e di come avremmo dovuto fare con calma, assecondandolo.

Alla fine, abbiamo fatto tutto l’opposto: ci siamo imposti.

A distanza di tanti mesi, posso ora dirvi che all’epoca Mattia non era assolutamente pronto a un passo del genere: non accennava a voler fare pipì da solo, aveva una paura pazzesca del wc (cosa che ci portiamo ancora dietro, anche se in modo meno angosciante), non aveva dato alcun segnale che potesse indicarci che il pannolone incominciava a stargli stretto.

Non è che non avessi chiaro tutto questo, il fatto cioè che non fosse pronto, ma un pò la pressione paterna, un pò che in effetti, sta cosa andava fatta per l’asilo, appena arrivati in campagna, Mattia si è trovato a vagare per i prati con il sederino all’aria.

Tornassi indietro non lo rifarei. Ve lo dico serenamente.

Se c’è una cosa che ho imparato da quando sono mamma, è che i nostri bimbi sanno fare da soli.

Abbiamo passato mesi a imporre a Mattia il casino, il wc, a pulire mutande e e quant’altro. Di discorsi fatti con amore, di libretti mostrati sullo stile ” Andrea usa il vasino”, ma alla fine ha fatto tutto Mattia.

Quando? Quando è arrivato il momento giusto.

A settembre era più o meno pronto, secondo me, ma se avessi fatto ciò che gli avevamo imposto a giugno, a fine estate, avremmo raggiunto lo stesso livello e con meno stress per tutti.

Questo per quanto concerne la pipì, per quanto invece, riguarda la cacca, beh vi posso dire che incominciamo ora a dire che ci scappa e a correre sul vasino. Fino a quache settimana fa, niente se la faceva nelle mutandine.

Tante discussioni con il suo papà: devi sgridarlo, essere più severe, lasciarlo sporco.

Io non sono d’accordo.

Bisogna lasciar loro il tempo che serve.

Rispettare la loro crescita che, per ogni bambino è a sé.

C’è quello che già a un anno e mezzo da chiari segnali di voler fare i suoi bisogni in autonomia, c’è quello che invece, impiega più tempo.

Avrò un’altra occasione di spannolinamento nella mia vita, sarà quello della più piccola di casa.

Cosa farò con Amalia?

Niente. La osserverò e seguirò lei.

Secondo me, un primo passo per agevolare il processo è quello di mostrare loro sin da piccoli, dove si fanno i propri bisogni: farsi vedere in bagno, spiegare, ma con tutta serenità e naturalezza.

Osservarli mentre sono alle prese con i loro bisogni: per un bel periodo Matty si nascondeva e non voleva essere guardato.

Tenere conto che, ogni minima variazione nella routine, o un grande cambiamento, come può essere l’arrivo di un fratellino/sorellina, un trasloco, ecc, può portare a una temporanea regressione. Pazienza e nuovamente rispetto.

Altra cosa inserire intorno ai die anni, la figura del vasino, in modo giocoso e non imposto. Semplicemente farlo comparire nel bagno.

Con Amalia in questo sono avvantaggiata: lei ha l’esempio di suo fratello e il vasino lo conosce da sempre.

Poi, per carità, queste sono mie considerazioni, ma in un modo o nell’altro (vedendo il genitore sul wc o il casino in bagno), quando sarà il momento giusto per loro, sapranno già cosa fare.

 

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