Ottobre è il mio mese preferito, sarà che è quello in cui sono nata, sarà che è il primo mese di autunno. Autunno: adoro questa stagione, i suoi colori, i suoi profumi, le sue piogge. Non fa ancora freddissimo, ma nell’aria si sente che qualcosa sta cambiando: il modo di vestire, di cucinare, di vivere la casa, tutto cambia.
Dopo mesi passati all’aperto, – al mare o in campagna-, e a scappare da casa appena possibile, ritorna, per me, con il colore delle foglie secche, la voglia di vivere le mura domestiche. Con una domenica passata a fare i biscotti per esempio, o a cuocere caldarroste. Ecco un altro motivo per amare l’autunno: le castagne!
Con ottobre ritorna anche la voglia di Divano-Copertina-Tazzona di tè caldo alle spezie, tutto ovviamente davanti a una serie TV, oppure a un bel film (figli permettendo).
insomma, in questo periodo dell’anno, mi ritrovo di nuovo ai fornelli con la voglia di cucinare qualcosa di buono, la tv accesa in sottofondo e sintonizzata su uno di quei programmi da casalinga con i fiocchi; sì, di quelli che ti consigliano come fare la spesa, pulire il forno, non farti truffare.
E cosí, per me, questa mattina è stata la mia prima mattina di autunno. Sì, lo so fa ancora caldo, quest’anno l’estate proprio non ci vuole lasciare e io le urlerei volentieri di andarsene.
In ogni caso, ho sentito quella magia, quella sensazione, che solo ottobre e l’autunno mi regalano. Aria di casa, semplicemente. E ho sognato.
Forse vi ho già detto che i miei film preferiti sono quelli con Doris Day: quelle meravigliose commedie americane ambientate negli anni anni 60, in cui c’è l’amore romantico, il valore della famiglia, l’esaltazione della femminilità in tutte le sue sfumature, anche in quelle di una mamma alle prese con quattro figli, come nella commedia “Non Mangiate le Margherite”.
Quando ho bisogno di sperare in qualcosa di meglio, quando voglio rilassarmi, quando voglio coccolarmi e sentire calore in una giornata nata storta, mi basta tirare fuori uno dei miei filmetti con Doris e via, tutto passa. Perché Doris, nei suoi film, è bella, intelligente, ma anche un po’ ingenua, è spiritosa, a volte buffa, E’ la moglie innamorata, la madre premurosa, la donna in carriera che si difende dal rivale: un Don Giovanni che alla fine casca ai suoi piedi, mette la testa a posto e mette su famiglia. Oppure è la casalinga che coglie l’occasione e si mette a lavorare come testimonial di un sapone, rivelando come sia difficile conciliare le due cose.
La mia utopia in questa era, è sognare di tornare un po’ indietro. Di tornare a quando le donne potevano occuparsi della famiglia.
No, non sto calpestando anni di lotte per l’emancipazione femminile, sto solo cercando di recuperare ciò che, secondo me, in nome di quelle lotte, abbiamo perso. Non essere discriminate, avere gli stessi diritti degli uomini, certo, ma questo non doveva voler dire, essere uguali a loro, Abbiamo un grande dono che la natura ci ha fatto: diventare madri, ma allora perché non avere il tempo di poter e veder crescere i propri figli? Il pensiero di una mamma che lavora oggi, è quello del dove li lasco? A chi? E se niente niente sei ambiziosa e vuoi fare carriera, anche peggio. Questo non è emanciparsi, questo è darsi una mazzata sui piedi da sole. Non ho mai capito perché, in un mondo emancipato, donna-famiglia-carriera non possono stare nella stessa frase.
Ve l’ho detto, sono antica, sono retrò, vintage o come volete, ma a me non sarebbe dispiaciuto poter fare la mogliettina che vive nella sua villetta mono familiare, con i suoi pargoli e un marito. Organizzare feste di quartiere, opere di beneficienza. Prendere il tè con le amiche, indossando il cappotto dello stesso colore del tubino, Capelli cotonati (eh,qui forse qualche problemino lo avrei avuto data la mia “non folta” chioma). Manicaretti pronti nel forno e decolté ai piedi.
Sì, a volte vorrei tuffarmi in un bel film alla Doris e vivere un po’ come lei, proprio come succede in “Pleasantville”.