Indossare un paio di pantaloni, vestirsi. Che novità, direte voi!

Routine, un gesto acquisito, quasi innato. Lo facciamo tutti i santi giorni da tempo immemore, ma voi vi ricordate la prima volta in cui lo avete fatto? La prima volta in cui inizialmente timorosi, instabili, impacciati, avete indossato da soli un paio di pantaloni.

Io no. Credo non lo ricorderà nemmeno mio figlio tra qualche anno.

Per questo, oggi, scrivo questa pagina del nostro diario. Oggi è il giorno in cui per la prima volta Mattia, tre anni, ha deciso che doveva mettersi da solo i pantaloni.

Che banalità, penserete in tanti, forse anche io lo avrei pensato prima ancora di essere mamma. Avrei pensato: “ecco l’ennesimo bollettino del cosa fa mio figlio..e che me ne frega?”.

Oggi, invece, no. Ho assistito a uno dei momenti più belli ed emozionanti: vedere il mio bimbo crescere. La sua iniziale goffaggine, la sua instabilità, i suoi tentativi di trovare la posizione giusta, coordinare i movimenti e infine, sorridere soddisfatto con indosso i suoi pantaloni. Saltare contento per poi rifarlo ancora, ancora e ancora.

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Tra tutte le nozioni pedagogiche sparse qua e là che ho letto, acquisito e fatto mie, da quando sono mamma, ce ne è una che per me vale più di tutte:

aiutami a fare da solo

Questo per me, è il colpo di genio della cara Maria. Predisporre l’ambiente a misura di bimbo, ma solo nelle dimensioni: il letto senza sbarre, ma rasoterra per poter salire e scendere in autonomia; le posate, le stoviglie, tutto come quello dei grandi, solo più piccole. Trasformare il bidè in un piccolo lavabo per loro. Mettere gli appendi abiti alla loro altezza, perché arrivati a casa, possano riporre la loro giacca da soli.

Rispettare i loro tempi, rispettare la loro persona. 

Non intervenire nelle loro azioni, ma lasciarli fare. Io personalmente, mi attivo solo se è lui stesso a chiedermelo. Come oggi, per esempio. Ho semplicemente detto: “dai Matty, che ce la fai!”, proprio mentre lui abbozzava un primo tentativo, per poi dirmi “non ce la faccio, mamma”. Io, però, ho visto nei suoi occhi la voglia di farcela da solo. Era il momento, tante altre volte dopo un primo fugace tentativo, mi dava i pantaloni e stop. Oggi no.

Una banalità, vero.

Del resto, chi non è capace di infilarsi un paio di pantaloni?

 

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