Cara me stessa, lo sai. questa mattina, come oramai un po’ di mattine a questa parte, mi sono svegliata agitata. Quello che sta accadendo in questi giorni, sta mettendo a dura prova tutti noi: che ovvietà che sto scrivendo, vero?

Oggi, come oramai un pó di giorni a questa parte, ho avuto momenti di grande sconforto, di paura, di ansia.

A differenza di Simone e dei miei figli e, vedo, di buona parte degli Italiani che restano a casa, non ho nemmeno molta fame, non ho voglia di cucinare, forse perché non faccio la spesa da tanto, forse perché io sono solita cucinare sul filo del rasoio e programmare giorni di pranzi e cene, non è il mio forte. Oppure, come mi capita ogni qualvolta che ho un qualcosa che mi preoccupa, angoscia, che impegna il mio cervello a livelli altissimi, la fame è l’ultimo dei miei pensieri. Sono sempre stata così.

In ogni caso, oggi proprio una delle giornate più dure delle ultime settimane. Eppure, nonostante i momenti no, in genere, sono anche un tipo positivo: si, ho la fase pianto e isteria, ma poi, in qualche modo devo smetterla.

Ti confesso, cara Federica, che stare su, mi risulta alquanto difficile, in questo momento, eppure oggi a un certo punto, mi sono detta: daiii..

E poi, Fede, sai anche questo: spesso mi sento pure una mamma orribile, perché alla fine, non è che organizzo tutte queste attività per i miei bimbi, sono perennemente distratta, assente con la testa. E loro, i miei figli sono davvero bravi.

Le mie belvette. Ecco su cosa devo concentrarmi.

Perché Federica sei consapevole anche di questo: tutto ciò che sta accadendo, di certo lascerà un grande segno, ma mi da un’opportunità: quella di trascorrere del tempo, molto più di quanto avrei potuto immaginare, con i miei figli.

Che non sia correndo in un prato, baciati dal sole, con l’aria sul volto, è comunque, del tempo insieme. Magari, come oggi, per placare il cuore, basta solo sdraiarsi nel nostro castello, a contare le nuvole, le stelle e le lune che sono disegnate sul suo soffitto. Leggere tante storie insieme, guardare i video delle maestre e dei compagni di asilo.

Vivere il momento.

Invece che avere sempre questa brutta abitudine che ho, di andare avanti. Oltre. Di pormi domande, cercandone le risposte, quando L’unica risposta che ottengo da chi mi sta accanto e a cui volgo le stesse domande che faccio a me stessa è: ma tu sei matta, nemmeno ci avrei mai pensato..

Sistematicamente.

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