Diario di Bordo

Coronavirus: è davvero il male peggiore per i nostri figli, per il loro equilibrio mentale, restare a casa per settimane?

Guardo il TG una volta al giorno, altrimenti non reggo e quando succede, quello che ascolto è un bruttissimo bollettino di guerra.

Una guerra globale, contro un mostro invisibile, che si sta portando via vite umane, che sono madri, padri, nonni, zii, amici, mariti, mogli.. e posso andare avanti all’infinito.

Negli USA, sentivo ieri, ogni 17 minuti muore una persona per COVID19. Questo significa che quando avrò finito di buttare giù la bozza di questo post, sarà morta un’altra persona.

Siamo in una situazione che mai, nelle mie più contorte ansie, avrei immaginato e ora, l’ansia si alterna a emozioni come angoscia, paura, terrore, disperazione.

Allora perdonami, quando leggo di petizioni, post arrabbiati, perché nessuno pensa ai nostri figli che da settimane sono isolati nelle proprie case, io non ci sto. Mi arrabbio proprio.

Ma come si è pensato ai cani, ai nostri figli no?

Cosa non ci è chiaro?

Vorrei saperlo.

Lo chiedo proprio a chi si batte per questa causa: cosa volete?

No, perché fuori dalle mura di casa, la situazione non è la stessa di settimane fa. Non c’è il parco giochi, il giro in centro, la gente per strada, nei bar, c’è desolazione, mascherine, persone che cambiano strada quando ne incontrano un’altra.

E perché? Perché siamo in piena pandemia! Le nostre vite, di noi tutti, sono in pericolo.

Non solo, c’è anche tanto menefreghismo, di chi se ne approfitta e va a fare giri, tanto porto fuori il cane (a proposito). C’è chi non rispetta le regole e così facendo, non danneggia solo se stesso, ma gli altri.

Allora mi chiedo:

è davvero il male peggiore per i nostri figli, per il loro equilibrio mentale, restare a casa per settimane?

Io credo di no.

Io credo che il male più grande, sia esporre i nostri figli e le altre persone a un rischio che si può pagare con la vita stessa.

Si muore soli. Non si può dare l’addio, il funerale, niente di niente.

Allora, in un momento in cui tutti dovremmo semplicemente rispettare una sola regola, noi ci danniamo per l’ora d’aria non concessa ufficialmente ai nostri figli, ma ai cani (che notoriamente sanno usare il WC), si…

Di seguito vi riporto parte del testo di una delle petizioni di cui sto parlando:

fonte: https://secure.avaaz.org/it/community_petitions/alla_cortese_attenzione_del_sindaco_di_milano_e_de_emergenza_bambine_e_bambini_/details/?fbclid=IwAR309Ikw2TU_36Nf8AHG_gQBlVHFp-Ct4hkd-i82vQRiA91INDIKTSgfOrs

Non è che forse, siamo noi adulti il problema?

Non è che forse, siamo noi adulti il problema?

In nome dei nostri figli, non è che cerchiamo anche un’occasione in più per uscire?

Allo stesso tempo, mi chiedo: abbiamo realmente, idea di cosa potrebbe succedere se si dicesse “da oggi chi ha figli, può fare una passeggiata..”?

Ve lo dico io: il caos e la storia infinita che questa pandemia rischia di diventare. Perché abbiamo già visto, cosa è successo in questi giorni: strade e spiagge piene come se non fosse successo nulla..

Un’ora d’aria per i miei figli

Anche io ci penso, certo che ci penso, anche perché l’unica cosa che i miei figli davvero mi dicono, è che manca loro Pontinvrea, dove abbiamo la casa di campagna.

Allora si, che ci penso, però adesso non si può andare e i bambini sono intelligenti, se si parla loro con onestà e cuore, sono in grado di capire e adattarsi più di chiunque altro.

E’ un momento storico in cui le regole sono cambiate, non si può fare altrimenti, per questo vi dico, che i nostri figli ora più che hanno soprattutto bisogno di NOI, mamma e papà.

Del tempo che possiamo passare con loro, delle nostre coccole, delle nostre risate. Hanno bisogno di noi, pronti ad ascoltare i loro bisogni e dove non sia possibile assecondarli, di sapere che è per il loro bene, esattamente come quando gli diciamo di non fare qualcosa di pericoloso.

Perdonatemi davvero, io proprio non capisco, non comprendo perché dopo settimane di una situazione di cui non si vede la fine, siamo qui a discutere sulla necessità di poter uscire con i propri figli.

Si tratta di un momento, di un momento di grande gravità.

Allo stesso tempo, non siamo chiamati in trincea, tra bombe e fucili: ci viene chiesto di resistere, di fare la nostra parte stando a casa, sul divano, a giocare, a coccolarci, abbiamo la tecnologia che ci consente di stare in contatto con amici e parenti, che non è la stessa cosa di un abbraccio, ma è già qualcosa.

Certo, un sacrificio immenso, ma sta a noi genitori aiutare i nostri figli, aiutarli a capire il senso di quanto sta accadendo.

Perché di problemi da sollevare, urgenti e reali, ce ne sono tanti altri: pensiamo a quei bambini costretti a casa con genitori violenti, per incominciare, ancora, ricordiamoci delle donne maltrattate.

Oppure, possiamo pensare a tutti coloro che lavorano negli ospedali, per esempio, che credo, pagherebbero oro per poter stare a casa con i propri figli e invece, sono costretti a star loro lontani per paura di contagiarli….

Allora…Stare a casa con chi ti ama più della tua stessa vita, ti coccola, bacia, gioca, ti dedica tempo come mai da quando sei nato, senza corri è tardi, avere mamma e papà tutti per te…

A me non sembra così terribile…

2 commenti

  1. Cito ‘ fare la nostra parte stando a casa, sul divano, a giocare, a coccolarci, abbiamo la tecnologia che ci consente di stare in contatto con amici e parenti ‘… io lavoro bel comparto trasporti, che non si è fermato, quando riesco a fare Smart Working, mio figlio di 5 anni devo abbandonarlo a se stesso, davanti a you tube oppure a parlare da solo, mentre le altre mamme come te narrano di coccole e baci. Ringraziate chi vi permette di trovare qualcosa quando andare a fare la spesa e pigliate il lievito dei vostri biscottini.

    1. Ciao, è proprio per rispetto di chi è costretto a lavorare operando in un settore essenziale che penso che, chi può, dovrebbe stare a casa. Non era mia intenzione mancare di rispetto a queste categorie, in quanto potrei anche farne parte. La mia speranza è che questa faccenda si risolva al più presto e per questo, ritengo che il male minore sia tenerli in casa abbandonati a se stessi, ma sotto la supervisione del proprio genitore, piuttosto che in una struttura ospedaliera.
      Ti ringrazio per aver condiviso la tua opinione.

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