Essere diventata mamma è il dono più grande che potessi ricevere. Il mio punto 2.0 quello in cui ti chiedi, ma prima come ero messa?
Quel prima, però, è ciò che ti ha portato a loro, è ciò che non va mai dimenticato.
Quel “prima dei miei figli” resta anche “dopo i miei figli”. E sebbene si cambi con gli anni, qualcosa di quel prima esce sempre.
I miei figli sono la mia vita, ma ci sono giorni in cui non riesco a metterli al centro, perché al centro voglio esserci io.
Ebbene sì.
Ogni cosa si metta in mezzo tra il mio bisogno di spazio e me, mi da fastidio, anche se si tratta dei miei stessi figli. E mi arrabbio, eccome se mi arrabbio.
Forse sono io, che non ho mai mezze misure, ma dopo quasi cinque anni di totale dedizione, ho bisogno di ridefinire i miei confini.
Perché essere mamma è stupendo, che dico, è strepitoso, ma non sempre è semplice.
Anche solo uscire per andare sotto casa a comprare il latte, diventa difficile se per farlo, devi rincorrere uno per mettergli le scarpe, l’altra per cambiarle il pannolino. Cinque minuti da sola, diventano venti minuti sudati, agitati trafelati.
Oggi a scrivere è Federica ed è quella che si chiede: al di là dei miei figli, chi sono?
Una donna. Semplice, no?
Sono sempre quella che vuole sognare con le cuffie nelle orecchie ascoltando le sue canzoni preferite.
Sono sempre quella che si chiede se può piacere oppure no.
Quella che ama farsi carina, comprarsi vestiti.
Quella che vuole i suoi spazi, piccoli, ma tutti suoi.
Quella che vuole essere corteggiata, un complimento, una sorpresa, un brivido lungo la schiena.
Non sono io quella che…
Questo mio rigetto improvviso del mio essere mamma al 100% mi travolge.
Non sono io quella che non ha mai lasciato i suoi figli a dormire dai nonni ( la prima volta giusto un mese fa), perché li voleva sempre tutti per sè?
Non sono io quella che sostiene che fare tutto con i propri figli è, non solo possibile, ma stupendo?
Non sono io quella che li ha allattati a oltranza, portati con la fascia anche con il mal di schiena?
Non sono io quella che non si ferma davanti a niente: senza macchina? Bus! Senza ascensore? Tutti in braccio?
Dormire da soli? No, perché! Tutti insieme, vicini, abbracciati.
Perché il tempo vola e loro, i figli crescono alla velocità del suono.
Non sono io quella che mi devo godere ogni secondo di loro, perché presto non avranno più così bisogno della mamma?
Si, sono io. Sono sempre io
Eppure stasera sogno un vestito sexy, i tacchi, una notte da leoni per poi, tornare da loro.
Sono mamma, ma resto donna e forse, sono solo stanca.