Non importa che io abbia compiuto 39 anni, ogni anno il VENTINOVE OTTOBRE è il mio giorno speciale, quello in cui amo essere coccolata. Quello in cui sono una principessa, anzi che dico, una regina indiscussa della giornata.
Ricordo che non appena ho avuto l’età per capire cosa volesse dire compiere gli anni, mia mamma ha incominciato una nostra tradizione: ogni mattina del 29 ottobre, la trasformava in un qualcosa di magico, sorprendente, meraviglioso. Era come la mattina di Natale. Si è sempre ingegnata in mille modi, per farmi trovare i regali: in particolare ricordo di una volta in cui in sala da pranzo ho trovato David Gnomo ad aspettarmi insieme a tanti pacchetti da scartare. Si era fatta dare la sagoma di cartone dal giornalaio e l’aveva personalizzata a dovere. Immancabile la poesia scritta da lei per me. Lo fa per mia sorella e lo fa per me, ancora adesso che siamo oramai delle donne. Certo magari non avrò David Gnomo in sala, ma di sicuro creerà qualche video, scriverà qualche lettera e mi farà quel regalo speciale che tanto desideravo. Perché lei è sempre attenta a non perdersi nessuno dei miei desideri. Non sempre l’economia l’aiuta, eppure vi garantisco che mi sorprende sempre.
Il giorno del mio compleanno amo essere al centro dell’attenzione. Inizio qualche giorno prima, parlandone con chi mi conosce e chi mi sta intorno sa che da lì a poco compirò gli anni.
Ora che non vivo più insieme ai miei e che ho una famiglia mia, il compito di farmi sentire la regina della casa almeno in questo giorno, è di Simone. Ho scelto un compagno che in questo è come me, anche per lui è importante festeggiare bene il compleanno, soprattutto visto che quel “bene” vuol dire in famiglia, con pochi regali, ma buoni, la realizzazione di quei desideri lasciati cadere qua e là nelle settimane precedenti. Una caccia al tesoro per indovinare, per scoprire quale regalo farsi. Insomma, per noi, è il giorno in cui, più di tutti gli altri, torniamo bambini.
Per me quest’anno è stato il mio primo compleanno in quattro, con Amalia e con Mattia stretti intorno a me e alla torta. Per me questo è l’ultimo anno prima dei quarant’anni. Ed è stato uno dei compleanni più belli, in un 2016 che invece, è difficile.
Sono mesi che cerco di trascinare Simone e i bimbi sul trenino di Casella. un trenino nato per collegare tutti i paesi dell’entroterra genovese. Un percorso di circa 25 km all’interno di vagoni d’epoca, che ti fanno fare un salto indietro nel tempo. Un viaggio di circa un ‘ora immersi nel verde.
Quando Simone la sera prima del mio compleanno ha esclamato: “domani andiamo a Casella!”, potete immaginare quanto fossi contenta. Prima di questo, però, voglio raccontarvi del mio regalo, ricevuto subito dopo la mezzanotte, quando a svegliarmi è stato un bacio e non appena sono stata in grado di capire dove fossi, mi sono ritrovata un pacchettino tra le lenzuola. Un altro desiderio avverato: il ciondolo di LeBebè per l’arrivo di Amalia. Sono questi piccoli grandi gesti, che rendono speciale la mia giornata speciale. Soprattutto quando il pacchetto include una giornata tutta per noi, passata in famiglia.
Non so voi, ma a me capita spesso di pensare ai figli, a Simone e poi c’è la casa e tutto il resto. E’ normale, se mi viene il raffreddore non è che mi metto a letto, se mi viene mal di schiena, non è che mi fermo. Continuo a essere mamma, quasi moglie, casalinga, ecc. Come dico spesso, presi dalla routine di tutti i giorni, gli impegni, lo stress, sono davvero rari i momenti in cui davvero ci si concede il lusso di coccolarsi e ancora di più di far sì che la mamma metta i piedi sul tavolo e per un giorno prenda ferie. Sabato è stato uno di questi.
Tornando al nostro trenino, abbiamo la fortuna di abitare vicino alla stazione da cui parte. Non si tratta di una delle stazioni principali della mia città, Piazza Principe oppure Brignole. Si tratta invece, della stazione di Piazza Manin, da cui parte unicamente il trenino per Casella.
Sveglia presto, doccia e vestizione e poi invece che la macchina, abbiamo preso il nostro mitico 36, il bus che da casa con poche fermate, ci ha portato a destinazione. Sapete con i miei figli io mi muovo unicamente con i mezzi pubblici. Abbiamo una sola macchina che usa Simo per recarsi al lavoro. Vi dirò che, ora che non sto lavorando, anche il giro in bus può essere un’avventura; poterla condividere anche con il nostro papà è stato divertente. Abbiamo fatto colazione in un bar-pasticceria vicino alla stazione e poi via, tutti in carrozza! Due soli vagoni, rossi. L’insegna luminosa “fermata prenotata” là in alto sopra alla porta dello scompartimento.
Soprattutto c’eravamo noi quattro. Simone che, nonostante non fosse il più entusiasta all’idea, si è mostrato un attento e dolcissimo compagno di viaggio, Mattia che imitando il suono del treno in corsa, guardava rapito fuori dal finestrino, fino a quando una piccola biondina della sua età non ha fatto capolino e allora si è divertito tantissimo a giocare con lei. Amalia che, tra una poppata e l’altra, sorrideva beata a chiunque le dedicasse una parola, uno sguardo. Io che, guardando tutto questo, avevo il cuore colmo di gioia.
Non so dirvi se fossi più esaltata io o Mattia, so solo che a fur di sorridere avevo male alle guance. La destinazione in sé, non è che sia chissà quale. Casella è un paesino piccolo, carino, non di certo con mille attrattive, ma di sicuro se volete fare camminate o esplorare la natura è un ottimo punto di partenza. E’ il viaggio però, quello che è suggestivo: saranno le carrozze d’epoca, la lentezza con cui il treno si muove, i sedili, rivestiti di plastica e non troppo comodi, come quelli di una volta, il controllore che buca il biglietto per convalidarlo, come oramai non si vede fare più da tempo. E poi il paesaggio, vallate verdi e case sparse qua e là, lassù in cima, a guardare dall’alto Genova. Il mare che poco alla volta sparisce per lasciare spazio ai monti, avendo camminato “in tandem” per un pò. L’essenza della mia Liguria. mare e monti insieme. Poi tra le fermate c’è Sant’Olcese, famosa per il suo salame buonissimo. I forti che si scorgono in cima ai monti. Insomma è un viaggio molto panoramico.
Sarà per questo che, quando si è presentata l’ipotesi che questo trenino venisse chiuso per sempre, tutti ci siamo mobilitati perché così non fosse. Io stessa ho partecipato a una petizione affinchè venisse ristrutturato e riaperto. Sì, perché il trenino di Casella è stato fermo per lungo tempo, ha riaperto solo questa primavera, precisamente il 21 maggio 2016.
Il costo del biglietto per tutto il percorso è di 6,40 euro a persona, andata e ritorno. I bimbi non hanno pagato. E’ necessario decidere alla partenza l’orario del rientro, ma nulla vieta di rientrare prima o dopo, a seconda delle esigenze. Nel caso in cui il biglietto del ritorno voleste farlo a Casella, sappiate che va fatto sul treno e che non c’è una biglietteria in stazione.
Il viaggio dura circa un’ora, per un bimbo di neanche tre anni, non è pochissimo e abbiamo passato l’ultima mezz’ora con Matty che chiedeva quando saremmo scesi. Ci sta. Tenete presente che si può anche decidere di non arrivare a Casella e di scendere nelle fermate precedenti e da lì partire per delle bellissime escursioni, dipende un pò da quello che volete fare voi e dall’età dei bimbi. Noi non avevamo voglia di camminare, ma solo di goderci il trenino, il panorama, mangiare un boccone e poi tornare indietro. E così abbiamo fatto.
Ammetto che le mie aspettative su Casella erano un pò troppo alte. Non so cosa mi immaginassi, ma il paese è davvero piccolo e a parte qualche negozio e qualche bar, non c’è molto altro. Se si va in estate, subito vicino alla stazione c’è una bella piscina all’aperto. E ovviamente c’è tanto verde.
All’uscita dalla stazione c’è un’enorme cartellone dove poter reperire tutte le informazioni: percorsi, escursioni e via dicendo.
Noi abbiamo semplicemente fatto un giro nel centro abitato, godendo dei colori dell’autunno, dell’aria frizzante e del sole caldo.
Avevamo fatto il biglietto del rientro con il treno delle 15 circa. Noi siamo arrivati alle 11.30 e dopo aver fatto un giro, non abbiamo avuto dubbi, saremmo rientrati con il treno delle 13.20. Ve l’ho detto, se andate lì o quando c’è organizzato uno degli eventi in programma (per esempio a ottobre c’era la castagnata, a Natale l’anno scorso i mercatini, ecc), oppure per esplorare l’entroterra con le vostre gambe, allora è perfetto. Stare tre ore con due bimbi piccoli in un paese dove non c’è molto da vedere, beh allora sappiate che la vera attrazione è il viaggio in se stesso. Quel sapore retrò che il trenino ti regala, se poi siete come me, che avete la sensazione di aver sbagliato epoca in cui nascere, allora è perfetto.
Per maggiori informazioni sul trenino e i percorsi cliccate qui: Ferrovia Genova Casella
Per quanto riguarda il mio compleanno, beh! le coccole sono state tante e la giornata non poteva che concludersi con un bel desiderio espresso soffiando sulla candelina.
Ancora una cosa! Per chi non fosse “giovane” come me…. vi presento David Gnomo: