Recentemente mi è stato chiesto perché non posto mai, o quasi, foto dei miei figli dove si vedano bene i loro volti.
Sempre di spalle! Mi dicono.
Ho già scritto come la penso,, ma oggi, in occasione dell’ennesimo appunto che mi è stato fatto, ne discutevo con mia mamma e ho riflettuto su alcuni aspetti.
Generalmente, non pubblico foto dove i miei figli siano chiaramente visibili per due motivi.
Il primo, è quello che temo possa esserne fatto uso improprio.
Si, penso a cose orribili come la pedofilia.
La seconda, entra in totale conflitto con quello che sto facendo: tutelare la loro privacy.
Una tutela parziale
Ecco, riflettevo proprio su questo, sulla loro privacy e, onestamente, mi sono detta, se davvero volessi tutelarla, questo blog, i social, insomma A (Im)Perfect Mom in ogni sua forma, non esisterebbe.
Mi rendo conto allora, che, in realtà, li sto tutelando parzialmente.
I miei figli sono l’ispirazione da cui partono tutti i miei post, perché io scrivo quando il mio cuore vibra e loro, provocano degli scossoni incredibili.
Eppure, se proprio dovessimo vederla con occhi “non dell’amore”, loro sono il materiale da cui traggo ispirazione. Loro mi forniscono “il pane quotidiano” su cui il mio blog si basa.
Mi chiedo così, se un domani, i miei figli si arrabbieranno con me perché, di fatto, do in pasto al mondo parte della loro vita. Quando ho raccontato del loro spannolinamento, di quella volta che hanno detto questo o quello e tanto altro ancora.
Se mi metto dal loro punto di vista, in effetti, non so se mi andrebbe sapere che, quando io non avevo possibilità “di difendermi, di scegliere consapevolmente perché troppo piccola”, qualcuno raccontava della mia vita sul web.
Ora sono in un bel conflitto di interessi.
Suona quasi ipocrita scrivere della loro privacy, vero?
Ho un blog sulla mia vita di mamma, è inevitabile che io racconti anche dei miei figli, che posti loro foto, insomma che li esponga, senza che loro ne siano realmente consapevoli, al web.
La motivazione. L’intenzione. Il modo. Ciò che seleziono.
Queste fanno un po’ la differenza.
Condividere per capire meglio ciò che mi sta accendendo: la motivazione.
Svolgere un lavoro che mi appassiona e che mi dia la possibilità di stare con loro: la mia intenzione.
Il modo: sempre delicato, autentico, come se stessi scrivendo sul mio diario.
Scrivo, ma non di tutto.
Il compromesso
Nel mio scrupolo ipocrita sulla privacy dei miei figli, allora ho cercato un compromesso: di certe cose non parlo e le loro foto sono o di schiena o corrette per evitare che si vedano bene in volto.
Questo è il mio pensiero, non è un giudizio, nè un rimprovero per chi invece, mette foto bellissime sei proprio figli.
Sono solo, come sempre, alcune delle mie riflessioni che condivido con voi.
In ogni caso, quando postiamo qualcosa che riguarda i nostri figli, credo sarebbe importante ci chiedessimo: loro cosa ne penseranno da grandi?