Quest’oggi quando sono andata a prendere Mattia all’asilo, mi sono fermata a chiacchierare con una mamma. Lei ha tre bimbi, due maschi di età più grande rispetto Mattia e una femmina più o meno della stessa età del mio ometto. I maschietti avevano in mano una piccola scatolina che, mentre noi mamme ce la raccontavamo, loro mostravano fieri a mio figlio.
Quale meraviglia contenevano queste fantastiche scatolette?
Lo SPINNER!
Mi è stato detto in coro.
Lo che???
Ho esclamato io!
Tralasciando di come, subito dopo, mi sia sentita vecchia e non al passo con i tempi “giovani”, ho scoperto così, che cosa fosse quello strano oggetto che, da alcuni giorni, quasi in modo subliminale, mi è capitato di vedere qua e là.
Dopo aver escluso che si trattasse di un apri bottiglia, in effetti come gioco per i bimbi dai tre anni in su non mi sembrava adatto e nemmeno così interessante, oggi ho finalmente scoperto l’arcano.
Magari, sarò stata l’ultima sulla terra a non sapere cosa fosse, visto che sembra sia l’oggetto di moda del momento, però, se ancora tra di voi qualcuno non sapesse di cosa sto parlando, ecco ve lo presento.
Lo spinner o fidget spinner è questo:
Come avrete notato, è un oggetto semplicissimo: un perno centrale di metallo, attorno a cui ruota una struttura a due o tre estremità arrotondate. Insomma una sorta di trottola.
Come funziona?
Si prende tra le dita il perno e con un colpo sempre delle dita, si fanno girare le estremità. La loro rotazione sarà fluida, veloce e potrà durare anche qualche minuto.
Ce ne sono di diversi colori, alcuni si illuminano al buio, poi ci sono quelli cromati, quelli rossi, quelli camouflage, quelli blu e via dicendo.
Tutto qui.
Eppure, sulla scia dei tamagotchi, dello Yo-Yo, di tutti quei giochi “virali”per cui impazzivamo da piccoli ( io, leva del’ 77 ricordo i pacciocchini, i cicciotti, i popples e non dimentichiamoci, il cubo di Rubik), lo spinner sta diventando una mania.
Inutile dirvi come mio figlio, subito dopo aver salutato i suoi amichetti, mi abbia chiesto di comprargliene uno.
Okey, avrei potuto dirgli di no, ma mi sono rivista bambina nella stessa situazione, quando le mie compagne di classe avevano qualche gioco nuovo e io lo desideravo tanto.
Okey, togliamo pure il lato romantico e del ricordo: l’ho comprato perché volevo capire cosa caspita fosse e perché stia diventando una mania.
Così, prima edicola sotto casa, (sì lo si trova dal giornalaio, il costo, almeno per il nostro, è stato di 4.90 euro) e via ce lo siamo comprati.
Mattia lo ha scelto verde.
Ho chiesto alla giornalaia se sapesse dirmi che cosa facesse di così speciale questo spinner, ma anche lei si è dichiarata stupita del successo e non ha saputo dirmi di più.
Allora? Chi mi dice che senso ha questo oggetto?
Google, il web, le notizie online. Semplice.
Arrivata a casa, mi sono fiondata sull’ipad e mi si è aperto il mondo dello spinner.
Sostanzialmente non è nulla di più di quanto vi ho già descritto. Su una cosa non sono stata fino adesso precisa, si tratta sì di un giocattolo, ma soprattutto di un anti-stress per adulti e bambini. Aiuta a mantenere la concentrazione, al punto che, ho letto, alcuni esperti lo consigliano anche per i bimbi che soffrono di ADD e ADHD, anche se di fatto (per ora) non ci sono evidenze scientifiche.
Pur essendo diventato famoso in questi ultimi tempi, il fidget spinner è stato inventato e brevettato negli USA, negli anni 90, da Catherine Hettinger.
Come ha raccontato lei stessa al Times, la Hettinger lo propose a diverse aziende, tra cui la Hasbro (una delle aziende più grandi del settore), le quali però, non vollero produrlo. Qualche anno dopo, non potendosi permettere più le spese del brevetto, la donna si arrese e lasciò la sua invenzione a se stessa. In questo modo, da allora, chiunque può produrre liberamente il fidget spinner.
Peccato che, proprio le aziende che avevano rifiutato la sua produzione, tra cui appunto la Hasbro, abbiano cambiato idea. e qui si arriva a oggi e qui, si arriva alla conclusione che la Hettinger non abbia guadagnato nulla dalla sua geniale invenzione.
No so dirvi, ora, se alla luce dei fatti, questo oggetto mi piaccia oppure no.
Vi dirò però, che arrivati a casa, Mattia ed io abbiamo mostrato il nuovo acquisto al papà, il quale, dopo due secondi che ci giocava, ha esclamato: “Figata!”.
Fate Vobis.