Chi non é mai stato geloso?

Io credo di essere nata gelosa a prescindere: lo sono delle mie cose, dei miei affetti.

Figuratevi un po’ come devo aver reagito quando, a quasi cinque anni, mi sono vista arrivare un fagottino di pochi giorni in casa.

Io, la principessa indiscussa della famiglia, unica fino a quel giorno.

Pensate che, pur essendo cosi piccola, ho perfettamente in mente tre immagini: Una di me con mio papà in campagna e della telefonata che abbiamo ricevuto e che ci avvisava che mia sorella stava nascendo, qualche settimana in anticipo. Una di me che la osservo, dal basso del fasciatoio e penso: ” ma chi è? Cosa vuole?”. E un’altra, in cui chiedo a mia mamma di essere allattata al seno come Samantha (vi presento mia sorella).

Ricordo perfettamente il sapore e il disgusto che ho provato.

Ci sono eventi, persone che nella vita ti si tatuano sul corpo, sul cuore, nella mente. Dato che, anche se noi attribuiamo al cuore le emozioni, in realtà queste sono comunque opera del cervello…faccio prima a dire che ti si tatuano nella mente e non se ne vanno più.

Mia sorella. Quanto ho sofferto per il suo arrivo.

Sono stata una di quelle bimbe che é regredita a tal punto, da dover rimettere il pannolone la notte, perché bagnavo il letto. Una di quelle che appena mamma si girava, infilava un bel ditino nell’occhio di quella bambola che emetteva suoni strani e attirava tutta, o quasi, l’attenzione della mamma. La MIA mamma.

Oggi, a quasi quarant’anni, mi conosco, diciamo che sono anche in grado di far introspezione, cosa che a cinque anni mi mancava. E allora, oggi, so che di sicuro devo aver avuto paura di essere abbandonata da qualche parte. Eppure, vi posso giurare che mia mamma ancora oggi, se fa qualcosa per me, subito fa qualcosa per mia sorella e viceversa. E allora?

Allora la gelosia per l’arrivo di un fratellino è fisiologica.

Capita spesso che le persone per strada mi fermano per fare i complimenti ai miei bimbi, e fin qui tutto bene, ma sapete cosa succede? Che la gente mi chiede e sempre davanti al diretto interessato, “é geloso della sorella???”. Al mio: Sì, signora e non c’è nulla di male!”, partono una serie di mi dispiace e di giustificazioni. Si, fateci caso, osservate chi vi pone questa domanda. Al si della mamma, parte un’espressione misto tra il serio, il rammaricato e poi un “oh….” e infine,  giù una serie di spiegazioni: É piccolo, passa, poi crescendo… Eh succede…Mattia NON DEVI essere geloso della tua sorellina…”. Per non parlar di chi, nella tua stessa situazione, giura che il figlio più grande non è affatto geloso.

Signori, signore io lo grido a gran voce, io sono una sopravvissuta, io lo so: La gelosia tra fratelli esiste eccome

Mattia è incazzato nero con me, con il mondo, altro che. Ed è giusto cosi. Meno male che me lo dimostra, che non reprime la sua gelosia. Magari se lo chiedete ad Amalia a suo modo vi direbbe che parlo bene io, tanto è lei che si prende i morso, le pacche, è a lei che vengono rubati i giochi, strappati di mano. É lei che sin da appena nata ha avuto sicuramente meno sguardi, meno attenzione di Mattia alla stessa età. Badate parlo di azioni, non di emozioni e sentimenti. Perché questi sono incommensurabili per Mattia e per Amalia, li amo con la stessa quantità di amore. É come lo manifesto che è diverso. Per colpa del meno tempo, del fatto che comunque ora sono due, del fatto che io sono alla mia seconda esperienza e che questa non può essere uguale alla prima. Che per assurdo, proprio perché la seconda volta, mi capita di avere paturnie che magari nell’ incoscienza del primo giro non avevo.

Cambia anche perché loro non sono la stessa persona. Loro hanno due caratteri diversi, quindi anche la nostra relazione é diversa.

Non crediate che io sappia gestire al meglio questa gelosia, anche perché sorpresa, la gelosia non é solo di Mattia verso Amalia, ma c’è anche il rovescio della medaglia. Amalia a volte piange quando prendo in braccio suo fratello e non lei, per esempio.

Tra l’altro appena diventata bis mamma, chiunque sottolineava che, in quel momento, chi aveva più bisogno di me e delle mie attenzioni era Mattia. Amalia intanto, non capisce ancora, mi dicevano. Io, sorella maggiore, sapete che invece, trovavo ingiusta questa affermazione. Perché Mattia a suo tempo aveva ricevuto le sue attenzioni esclusive, cosa ne poteva Amalia se era la secondogenita? Del resto, cosa ne poteva Mattia di essere il primogenito?

L’impasse. Cercare di essere equilibrata quando l’equilibrio é lontano anni luce

Risultato? Innaturalezza e sensi di colpa verso Mattia. Coccole rubate di nascosto per Amalia. Un gran caos.

É passato un anno, Anzi 13 mesi da quando sono diventata Mom of two. Che vi posso dire? Che Mattia é ancora molto geloso. In psicologia si usa il termine ambivalenza, lui verso sua sorella prova amore e odio insieme. Sempre in psicologia, c’é un meccanismo di difesa tipico dei fratelli e si chiama formazione reattiva. Wow! Che parolone. Ci credete se vi dico, che appena l’ho scoperto, l’ho capito al volo, come chi sa benissimo di cosa parla? Formazione reattiva é quando Mattia abbraccia Amalia (che dolce), ma mentre lo fa, l’espressione del suo viso (un sorriso un pò troppo sorridente) e il color cianotico che sfocia poi, ovviamente in un pianto, di Amalia, ti fanno capire che forse, più che abbracciarla stia tentando di strozzarla. Ecco la formazione reattiva, in due parole ti bacio, ma vorrei darti una sberla. Ti bacio perché? Perché mamma e papà si arrabbiano o, comunque, mi spiegano che non si fa male alla sorellina. Perché mamma e papà sono cosi contenti quando sono gentile con mia sorella. Perché alla fine io voglio bene a mia sorella, devo solo farle posto, devo solo imparare che nel cuore di mamma e papà c’è posto per entrambi.

Vi confesso che per me è molto difficile gestire tutto questo. Sbaglio spesso.

Non sempre sono equilibrata, non sempre riesco a essere come loro avrebbero bisogno, faccio del mio meglio con la convinzione che potrò fare di meglio.

Vorrei tanto che i miei figli si sentissero amati incondizionatamente, che imparassero presto a gioire uno della presenza dell’altro. Dedicare tempo esclusivo a uno e all’altro. Aiutarli nel trovare il loro spazio, costruire con entrambi un rapporto complice.

Con la certezza nel cuore che avere un fratello o una sorella é il dono più grande che mamma e papà si fanno e fanno ai loro figli, che mia sorella è la mia vita. Che nessuno come lei può capirmi, perché lei, nel bene o nel male, ha vissuto con me lo stesso film… Quello della nostra famiglia.

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