Amo le borse.

Dai, Fede? Sul serio?

Sì, lo so non potete crederci.

Amo le borse e non mi bastano mai.

Perché?

L’ho chiesto a me stessa e ora, lo chiedo a voi. Cosa spinge noi donne, ad amare in modo particolare un accessorio, un capo, piuttosto che un altro?

Perché a me piacciono da impazzire le borse e, a un’altra, le scarpe?

A ben vedere, certo, non è che una delle due categorie escluda l’altra, però, se noi donne fossimo messe davanti a una scelta obbligata, ognuna farebbe la sua.

Io, è oramai chiaro a tutti, non rinuncerei mai a una borsa.

Si può dire che, al mattino, quando scelgo cosa indossare, prima scelgo la borsa e poi, il resto.

Ho ragionato un pò su questa cosa e ho anche fatto una piccola ricerca sul web; i libri per ora, sono off limits, non ho il tempo materiale per riuscire a leggere e studiare come si deve.

Non mi piace improvvisarmi come “esperta di”, quando non lo sono, chiarisco fin da subito, quindi, che per scrivere questo post, analizzo me stessa, aggiungo qualche nozione di psicologia appresa sui banchi universitari e amalgamo tutto con qualche informazione letta qua e là.

Per ora.

Dimmi che borsa vuoi e ti dirò chi sei

Dal momento che questo post è auto riferito, vi dico subito che amo la moda, amo curare il mio stile, ma appunto, si tratta di un MIO stile. Se state leggendo queste righe, pensando di trovare consigli in stile Chiara Ferragni, resterete delusi.

Cosa significa? Non sono una fashion addicted.

La fashion addicted è, solitamente, un’esperta di moda che spesso fa di questa passione un lavoro diventando così personal shopper o stylist. (cit. sapere.it).

Dal momento che io non mi reputo esperta e che nemmeno lavoro nel campo, direi che il concetto si chiarisce da sé.

Come molte altre donne, amo la moda certo, la seguo, (non sempre), ma soprattutto mi vesto come mi piace e soprattutto, secondo l’umore con cui mi sveglio in quella data mattina. 

Potrei definirmi così: sono una che, semplicemente, ama esprimere se stessa attraverso il proprio modo di vestire e abbinare capi e accessori.

La borsa è il mio must have assoluto. E’ ciò che più mi rappresenta.

Uscirei anche nuda, ma sempre con una bella borsa in mano.

Le adoro grandi, grandissime, a mano le mie preferite in assoluto, ma da quando sono mamma, spesso ho bisogno di mani libere e allora, ho rivalutato quelle a tracolla e gli zainetti.

La caratteristica però, che accomuna tutte, è il fatto che siano enormi.

Perché?

Perché dentro ci sta tutto quello che mi serve, non sia mai che mi dimentichi i trucchi, l’agenda, i fazzoletti, le salviette, gli auricolari, la batteria di scorta, il cappelino, il rossetto, il….

Dentro ci sta tutto quello che mi serve per sentirmi al sicuro in ogni occasione.

Una specie di oggetto transizionale (l’orsacchiotto preferito, per intenderci; se volete approfonidre, ne ho parlato qui), in abiti adulti.

Una borsa grande mi fa sentire più sicura.

Uno scudo che mi protegge o, al contrario anche un dettaglio importante che attira l’attenzione.

La borsa come biglietto da visita

Da quando sono mamma, anche nelle occasioni in cui mi trovo in giro da sola, quindi, senza la necessità di dovermi portare dietro cambi per i bimbi, giochi o latro ancora, io butto dentro alla borsa qualcosa che simboleggi il mio essere mamma: pannolini, salviette, macchinine, bamboline. Non solo, siccome, ho la mia parte femminile che reclama sempre attenzione, lascio dentro alcuni oggetti fissi: il rossetto, primo fra tutti.

Non troverete mai una mia borsa senza uno di questi oggetti.

Perché così, se mi trovo in mezzo alla gente e per qualche motivo devo aprire la borsa, chiunque mi starà vicino, avrà delle informazioni base su chi sono. 

A questo punto, penserete, anzi avrete la certezza, che io sia pazza, lo so.

Forse è vero, ma pensateci, analizzate gli oggetti che tenete sempre in borsa e chiedetevi il perché.

I più “resistenti”, inteso come coloro che oppongono resistenza all’introspezione psicologica, risponderanno subito: perché mi serve. E sarà anche vero, ma vi chiedo di nuovo: perché vi serve?

Penso ancora a un altra cosa, questa volta vado giù, fino alla mia infanzia: da bambina tenevo nascosta una borsa. Dentro c’era tutto ciò che avrei voluto portarmi dietro in caso di fuga, per esempio, per via di un terremoto. Inutile dirvi quanto pesasse, inutile sottolineare quanto fossi già esaurita.

Eppure, ha un senso. Ancora oggi che tengo questa borsa nascosta in cantina. Come il pannolino, come il rossetto, anche allora lì dentro c’erano oggetti che parlavano di me, uno specchio in cui ritrovarmi, nel caso in cui non avessi avuto punti di riferimenti alternativi.

Ancora un’ultima riflessione: una donna, soprattutto al giorno d’oggi, ha una vita frenetica, perché sono molte le cose di cui si deve occupare e molti i ruoli che ricopre. Oltre a occuparsi di famiglia e casa, spesso lavora, sta per molto tempo fuori casa. La borsa diventa così, la sua stanza segreta ambulante, quella in cui ritrovare una macchinina, che la farà sorridere, mentre si trova incastrata nell’ennesima riunione. Vi troverà un cioccolatino, un libro per passare il tempo tra uno spostamento in bus/treno e l’altro. 

Aprite la borsa di una donna, insomma, e scoprirete tantissimo di lei.

Poi, forse, a pensarci, nel mio caso, galeotta fu la magica borsa di Mary Poppins.

Borse e foto by Valente Pelletterie, via Renata Bianchi 26, Genova Campi

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