Pagherei per un’ora di “SerenaMente”, per un ‘ora cioè di libertà mentale. Correrei su una soffice nuvola rosa (la rubo a Renato Zero), mi sdraierei e immobile, occhi chiusi, assaporerei la libertà. Non un pensiero, non un problema, non un momento triste, solo io, la soffice nuvola rosa e un bel sorriso.

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Solo un’ora, nulla più. Perché poi, mi mancherebbe sentirmi chiamare mamma, mi mancherebbe disporre del mio fisico senza avere una minime attaccata al seno e l’altro spalmato addosso. Perché poi il troppo stroppia. E in effetti, dopo qualche giorno senza mettere  il naso fuori di casa, stroppio pure io!

Cinque giorni per la precisione, chiusa in casa a gestire la febbre, la tosse e il raffreddore di due piccoli cuccioli; dal terzo, pure io con un raffreddore fotonico e una sola voglia: essere lasciata in pace, buttata a faccia in giù sul letto. Un letto enorme tutto  mio, dove, circondata da mille cuscini, fare una di quelle dormite sullo stile “ho perso i sensi”, messa a X a occupare tutto lo spazio possibile.

Sono stanca. Ebbene sì, capita anche a me. Di una stanchezza che nemmeno mi fa capire di cosa avrei realmente bisogno, a parte l’ora sula nuvoletta rosa.

Avete presente quelle scene da peggior incubo, in cui sei murata in una stanza e da qualsiasi parte tu ti muova, non c’è una via di uscita, ma solo un muro, ancora muro e nient’altro che muro? Ecco! E’ esattamente così che mi sono sentita oggi. In trappola.

Ho un carattere di m…. senza un equilibrio: o sono tutta frizzi frizzi, dinamica, amorevole, oppure sono ombrosa, nervosa e mi arrabbio, tanto. Okay, 24 ore non stop moltiplicate per 5 trascorse esclusivamente con 2 bimbi minori e uguale a 3 anni, forse metterebbero alla prova anche la persona con i nervi più saldi, ma il punto è che non mi piaccio, o meglio, come persona posso anche andarmi bene così, come mamma no.

Matty da qualche giorno ha degli atteggiamenti regressivi: piange facendo ueeee ueeee. Non dorme bene la notte. Abbraccia molto violentemente sua sorella. E’ geloso, troppo geloso. Non posso fare a meno di pensare che sia colpa mia. Sicuramente è così. Non riesco a mantenere il famoso ago in equilibrio. Lui ha un carattere forte, caparbio, tenace, indipendente. Se vuole una cosa, non accetta no, si ingegna, le inventa tutte. Ti abbraccia e bacia solo in casi rari, altrimenti sono pernacchie e no urlati. Se non ottiene ciò che vuole, sono scene isteriche e succede che, a volte, per stanchezza, cedo. Cedo nel senso che o gliela do vinta, oppure esplodo (vedi la sindrome della mamma hulk).

Questo è il punto:

quando arrivo al limite, smetto di eseguire la funzione più importante di tutte: Contenere Mattia, facendomi in quattro perché rispetti le regole che è giusto ci siano: si mangia solo a tavola, si riordinano i giochi, non si gioca con il cibo, non si usa l’pad, non si guarda troppa tv. Invece in questi giorni da “cambio protocollo”, sono talmente stanca, che pur di trovare un momento di pace, smetto di esserci.

Quando arrivo al limite, non contengo e al contempo mi sembra di fare danni irreparabili. Mi sembra di segnare negativamente i miei figli, di quelle cose che da grande ti fanno essere una persona piuttosto che un ‘altra e dire soprattutto, è colpa di mia mamma se…

Come mi fa impazzire questo pensiero. E’ ovvio che ci sarà sempre qualcosa che segnerà i miei figli, nel modo in cui mi comporto con loro, ma avere la consapevolezza di stare sbagliando qualcosa, ma non sapere come fare a cambiare, è terribile.

Mi ritrovo come quando andavo a scuola e avevo la verifica di italiano:  iniziavo a scrivere un tema, in brutta copia e dopo qualche frase, se rileggendomi qualcosa non mi quadrava, non è che tiravo una riga e ripartivo. No. Cambiavo protocollo.

Certo, fosse così semplice.

Non è una giustificazione, ma sono stanca, non ho un manuale di istruzioni, un tasto reset. Sono stanca e me ne accorgo perché cerco di evadere in ogni modo: sto troppo al cellulare, sto troppo a cercare la mia nuvoletta rosa e più cerco di acchiapparla, più lei scappa via.

Come adesso, per esempio, che sono qui da sola in cucina a scrivere da un quarto d’ora. Mentre cerco di fare ordine nel mio cuore e nella mia mente (ve l’ho detto che per me scrivere ha questa funzione), con un orecchio ascolto cosa accade nella stanza vicina, penso che devo andare a mettere a letto i bimbi, che Mattia è di là con suo padre e l’pad. Che non va bene, che una buona madre avrebbe già avviato le pratiche per la buonanotte.

Già…una buona madre….

 

 

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