Ti svegli all’improvviso la notte, cerchi di riaddormentarti, ma un piccolo pensiero alla volta, come una matrioska, la tua mente ti sfinisce. Passano le ore. Ti ritrovi a veder l’alba tormentata dalle paure e dalle angosce più grandi. Poi crolli giusto un’ora prima di sentir suonare la sveglia.

Succede poi, che durante la tua giornata sei agitata: parli veloce, continui a farti film lunghissimi per ogni cosa. Da sempre è così, ma ora sei arrivata al punto che ti senti dire: ogni cosa per te sembra insormontabile, anche andare dal parrucchiere.

Il tuo corpo urla quello che tu taci, ma che non rimane segreto. Inizi a provare sensazioni fisiche che mai nella tua vita: hai una rigidità muscolare che a rotazione ti fa sentire dolore alla schiena, al collo, poi lo sfogo sulla pancia, l’eczema nell’orecchio…

Vivi con la paura della tua stessa ombra e prendere delle decisioni anche banali, ti richiede un dispendio di energie che nemmeno una scalata della montagna più alta e difficile.

Sconfini nel prossimo. Ti vomiti sulle persone a te vicine, alcune comprendono, altre se ne approfittano, molte non capiscono.

Ti mostri per quella che sei, senza avere paura di dire troppo, per paura di non essere all’altezza. Allora butti avanti come sul banco di un mercato tutte le tue debolezze e la cosa pazzesca è che lo fai ridendoci sopra, prendendoti in giro.

Cogito Ergo sum siamo ciò che ci piace

Ho messo insieme due citazioni importanti entrambe per dire forse un’ovvietà, che il nostro comportamento cioè, è influenzato da ciò che pensiamo. Cogito ergo sum: citazione sicuramente più conosciuta del filosofo Cartesio. La seconda invece, è di uno dei miei psicanalisti preferiti, Erik Erikson, uno di quelli che quando ho letto la sua teoria ho pensato: quanto ha ragione! Per quello che ho compreso io, in sintesi, secondo il suo pensiero non smettiamo mai di crescere, le fasi di sviluppo si susseguono per tutta la nostra vita, attraverso una serie di conflitti che, se superati, ci consentiranno di crescere e acquisire capacità che ci serviranno per il resto dei nostri giorni.

Da ragazzina e anche negli ultimi anni della sua vita quando ragazzina di certo non ero più, ho osservato molte volte mia nonna e non riuscivo a comprendere perché si facesse così tanti pensieri e problemi per cose tanto banali e stupide. Perché vivesse con il terrore di essere sbagliata. Mi infastidiva anche. Ora sono esattamente come lei. Non è un disonore. Una sofferenza si.

Non sapevo allora, che quando arrivi a farti problemi per le cose più banali, beh quella è solo la punta dell’iceberg. Perché se arrivi lì a quel punto, vuol dire che dentro hai molte questioni irrisolte che hai sempre cercato di tenere a bada, ma a un certo punto non funziona più.

La tua corazza, quella che usi da anni, a un certo punto non ti protegge più, anzi ti ingabbia e diventa disfunzionale. Invece di consentirti di muoverti, ti paralizza.

Una serie di comportamenti, forma mentis, difese, artiglieria pesante messa su per barcamenarti nel mondo.

Ti guardi allo specchio e non ti riconosci, non ti piaci.

Cambiare: non per far contenti gli altri, ma per far contenta me stessa.

Mi sono analizzata così tanto in questi ultimi mesi, prima piangendomi addosso, poi arrabbiandomi con il mondo e ora guardandomi dentro e cercando di cambiare.

Ho sempre avuto la preoccupazione di dover essere una brava bambina. Cerco di mantenere il controllo e durante i conflitti, cercare una mediazione anche quando dentro spaccherei a ragione la faccia a qualcuno.

Ho scoperto così una discrepanza tra me stessa e quello che mostro.

Ho scoperto che ansia spesso è aggressività repressa

Sono stronza come tanti altri, direi cose che feriscono come fanno in molti. Da anni tengo in prigione la stronza che è in me, ecco perché poi, non ho più mezze misure: o sono gentile e accondiscendente, ti do tutta ne stessa, oppure esplodo come una mina vagante e stenti a riconoscere dentro tutta quella rabbia e quelle parole taglienti la Federica che sono tutti i giorni.

C’è un detto, non c’è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo.

Ora so perché.

Cosa posso fare per stare meglio?

Non mi vengono parole più concise ed esaustive: cercare la stronza che è in me e darle più voce. Non significa ferire per il gusto di farlo, annientare il prossimo per far brillare se stesse. Significa solo, reprimere meno i miei sentimenti aggressivi.

Prendere posizione, essere al comando della propria vita, senza paura di non saper affrontare le conseguenze. Basta con i se e con i ma. L’alternativa è essere completamente in balia del giudizio altrui, oltre che di me stessa. Ogni volta che lo faccio, sto malissimo.

Eh già, passare le giornate immaginando ogni possibile conseguenza di ogni possibile scelta e cercando di trovare la soluzione per ciascuna di esse, diciamolo è mandare il loop la mente. È abuso di problem solving.

Quindi, c’è solo una cosa da fare: vivere il presente con più coraggio, ma soprattutto vivere il presente.

E questo mi porta a un’altro punto: darsi delle priorità.

Imbastisco sempre mille cose per paura di non riuscire a fare tutte. Peccato che poi, mi ritrovo a farle tutte certo, ma alla velocità del suono, in pieno panico e con un’ansia che offusca la mia mente è quindi, mi fa connettere più errori di quelli che si possono immaginare. Perché sono quelli da sovraccarico mentale (inutile in certi casi), da distrazione.

Una cosa alla volta, adesso, ora.

Il resto è domani.

Cercare di ritagliarmi momenti in cui rilassarmi: prima o poi, mi iscriverò a un corso di Yoga, ma anche passeggiare, leggere un buon libro, guardare una serie TV. Per staccare la mente. Di quei momenti che quando i pensieri ti assalgono tutti insieme, dici ALT, fermi lì! Uno alla volta please.

Ed eccomi qui, a oggi.

Oggi che ho deciso pagando sulla mia mente, sul mio corpo, sulla mia quotidianità, sulle relazioni, che è ora di smetterla. Di ascoltare la mia ansia e da mia nemica, farla diventare mia amica. Lei in fondo, mi sta dicendo mote cose su me stessa, su ciò di cui avrei davvero bisogno.

È ora di provare a cambiare sul serio.

Dandomi il diritto a esistere per come sono.

Dandomi il diritto di dire ciò che penso.

Dandomi il diritto di essere la stronza che sono.

“Che la gente non sappia come fare ad avere successo è male. Ma il peggio è che non sanno neppure come fallire. Io ho deciso di fallire bene.”

Erik Erikson

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