Ai miei figli voglio insegnare a non aver mai timore di chiedere.

Di chiedere scusa.

Di chiedere spiegazioni, se non conoscono o, non hanno capito una cosa.

Di chiedere aiuto, se da soli non ce la fanno.

Chiedere: alla fine sembra una cosa semplice.

Non è vero, perché spesso per orgoglio, per carattere, per paura, si tace. Così ci sono persone che non si parlano più, solo per l’orgoglio e incapacità di dire “scusa”. Persone che ostentano una conoscenza che non hanno, si circondano di paroloni, che sono solo apparenza e poca sostanza. Persone che non sanno chiedere aiuto, perché hanno paura di un no per risposta o di essere visti come deboli.

Dietro a tutto questo c’è infatti, il giudizio, quello altrui e quello che rivolgiamo a noi stessi.

No, chiedere non è cosa semplice, ma è un atto di umiltà e anche di maturità. Consapevolezza e autostima di sé.

Scusa se….

Chiedere scusa. Lo sapete meglio di me, sottende la capacità di essere autocritici e di saper ammettere quando si è sbagliato.

Non solo, richiede anche la capacità di sapere che si può “riparare”. Intervengono fattori quali l’orgoglio, la testardaggine, la presunzione.

Insegnare ai nostri figli a tornare sui propri passi, se la strada percorsa non è quella giusta, se si sta facendo del male a qualcuno, è molto difficile. Perché spesso, nemmeno noi adulti siamo capaci di farlo. Dipende dalla situazione, dalle persone, da tante altre cose ancora.

Si può iniziare dalle piccole, ma grandi cose: io chiedo scusa ai miei figli, quando mi rendo conto di aver esagerato con i toni, di aver compiuto gesti non proprio carini (il lancio dei formaggini può essere un esempio, ve lo ricordate? Leggete quii).

Insomma come posso pretendere che i miei figli facciano alcune cose, se io per prima non sono disposta a farle?

Diceva più o meno così, Carl Gustav Jung – psicanalista tra i miei preferiti -, ma riferendosi ai suoi pazienti.

Mamma, cosa è? Cosa vuol dire? Non lo so

Ammettere di non sapere qualcosa e predisporsi a imparare da chi ne sa più di noi.

Altro passo non da poco, vero? Serve umiltà e coraggio di ammettere un proprio limite.

Mi sto impegnando moltissimo affinché, ora Mattia, ma in futuro anche Ami, abbiano il coraggio di dire non lo so.

Perché non è vero che una persona intelligente sa tutto. Non è vero che dire non lo so, fa di te un asino.

Dire non lo so e coltivare la voglia di imparare, perché c’è sempre da imparare qualcosa a qualsiasi età. Questo voglio insegnare ai miei figli.

Mi dai una mano, mamma? Mi aiuti?

Chiedere aiuto, non è così facile, ve lo dice una che è per il detto chi fa da sé, fa per tre. L’indipendenza, essere autonomi nel farsi le proprie cose, eppure ci sono momenti in cui da soli non si riesce, pena fare un gran casino. Stressarsi inutilmente, scoraggiarsi, quando invece basterebbero due paroline:” mi aiuti?”.

Ci sono cose che si fanno bene in squadra, una mano lava l’altra si dice, no?

Mamma non ce la faccio, mi aiuti?

Che meraviglia quando lo sento dire da Matty!

Non sono una di quelle mamme che interviene per fare le cose al posto dei figli, aspetto sempre che siano loro a chiedermelo, ma devono sapere che lo possono fare in qualsiasi momento.

I limiti servono per essere superati

Tutte e tre, chiedere scusa, aiuto, saper dire non lo so, hanno alla base la capacità di essere umili, di non dover per forza fare il passo più lungo della gamba. Serve avere un’autostima forte, di chi non ha paura di ammettere i propri limiti. 

I limiti.

Non sempre sono tali, ma spesso sono l’occasione stessa di superarli, di mettersi in gioco.

Non avere mai paura di ammettere di essere in difficoltà, questo voglio insegnare ai miei figli.

Perchè io li amo per come sono e questa è la base da cui partire: l’amore incondizionato di una mamma.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe anche interessarti...