Qualche giorno fa, un famoso personaggio televisivo postava su Instagram una propria foto scattata poco dopo il parto. Nella didascalia si leggeva un dolce messaggio per tutte quelle neo mamme che, a seguito della gravidanza, hanno visto modificare il proprio corpo non riuscendo più a conviverci serenamente.

In poche parole, diceva semplicemente di dare tempo al tempo. Di non dannarsi se subito dopo il parto, la forma fisica non era ancora quella ideale. Invitava a godersi il momento, la gioia di avere tra le braccia il proprio bimbo. Poi, con calma quando fosse stato il momento giusto, invitava a rimettersi in forma, se se ne sentiva l’esigenza.
La foto scelta e, soprattutto la “ciccia” che lei diceva di avere, ha diviso a metà l’opinione pubblica: chi ha apprezzato il pensiero, chi invece, ha gridato allo scandalo, in quanto la “ciccia” quasi non si vedeva.
Ammetto che anche io, a prima vista, ho sorriso pensando: ma dove sono questi kg di troppo?!
Quasi ho pensato fosse più una presa in giro, sebbene l’intento della persona era tutt’altro.

A distanza di giorni, mi è capitato di vedere sui social alcune foto accomunate da un hashtag, lo scopo era quello di venire allo scoperto con le proprie imperfezioni post gravidanza e raccontare la propria storia.

Ho così iniziato a pensare.

Quel mio “sacchettino vuoto”

Sono una di quelle donne che potreste odiare davvero: non sono ipocrita, mangio quello che voglio, non penso ai kg, alla forma fisica. Quella la natura me l’ha data di serie.
Si, sono proprio una che mangia, si abbuffa e non ingrassa.
In entrambe le gravidanze, ho preso più o meno 13/14 kg. Tutti persi, semplicemente allattando e accudendo i miei figli. Non ho l’ascensore e portare i bimbi in fascia, aiuta anche a fare esercizio fisico.

Tutto qui. Il resto è DNA.

Quando sono rimasta incinta, vi giuro, non me ne poteva fregare di meno della linea, anzi ero orgogliosa e contenta del mio pancione, inutile dire del seno più prosperoso.
Dopo il primo parto e dopo alcuni mesi da esso, ero di nuovo io. Solo i miei fianchi più dolci e rotondi, il seno più prospero.
Quando ho partorito Amalia, i kg sono andati via in fretta, ma per molti mesi ho avuto a che fare con quella che chiamavo”il mio sacchettino vuoto”. La mia pancia era molla, la pelle rigrinzita.

Soffrivo all’idea che non avrei più avuto la mia bella pancina. Inoltre, al secondo giro, sapevo che non ne avrei fatto un terzo (Simone non ci sente proprio) e allora si, che tutti quei cambiamenti mi pesavano. Non avevano più lo scopo di contenere i miei bimbi.

Se li metti in relazione alla nascita di un figlio, infatti, tutti i cambiamenti che nei nove mesi il corpo subisce, hanno poca importanza, perché finalizzati a quello. La motivazione, lo scopo della trasformazione, tuo figlio appunto, giustifica tutto.
Se però, una volta nato, il tuo corpo cambia e in un modo che non ti piace, è tutto diverso.
Una panciona piena d’amore e di vita, diventa così un sacchettino vuoto, inutile, fastidioso.
Se poi, il rapporto con il proprio corpo è già pessimo prima della gravidanza, il discorso di fa ancora più complicato e pesante.
Perché è vero, una mamma per i figli si butta nel fuoco, perché è vero che la natura ha previsto che sia la donna a donare il proprio corpo per far nascere un figlio, ma lo dico sempre e lo dirò ancora:

non è che essere mamma elimina l’essere donna.

Non sta scritto da nessuna parte che una mamma dopo il parto non si debba mai più piacere come donna.

Non importa quanto grande sia il cambiamento agli occhi degli altri.

Per loro potrà essere impercettibile, ma per chi conosce il proprio corpo, anche una cosa minima, fa la differenza.
Ho pensato a me stessa e poi, alla foto postata da quella mamma famosa. Io non ho mai avuto la pancia e, quando mio papà mi ha chiesto se aspettassi il terzo, beh ci sono stata male (non so ancora dirvi se più per la pancia o per la sua espressione terrorizzata al pensiero che rispondessi di sì).
Allo stesso modo, credo, sia stato per quel personaggio famoso: abituata a un corpo scolpito, nonché strumento del suo lavoro, anche due minuscole maniglie dell’amore erano un grande cambiamento.
Certo, è grazie a quel cambiamento che abbiamo messo al mondo il bene più prezioso che ci sia, ma a volte, questo suona un po’ come quando pesti una cacca e ti dicono che porta fortuna.

Io ci credo poco.

Mamme e donne, amatevi per come siete.

Non ambite alla perfezione che propinano sui giornali o in TV.

La vita vera è fatta di donne vere. Non dimenticate però, di amarvi e di fare il possibile per tornare ad amarvi.
Non fatelo per i vostri figli, non fatelo per i vostri mariti/ compagni.
Fatelo per voi stesse.

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