Hai la sindrome della bambina perfetta: vuoi avere sempre tutto sotto controllo; detesti farti cogliere impreparata e non sul pezzo. Cerchi di essere smart; cerchi di prevedere tutti i possibili accadimenti.

Ogni giorno giri con una borsa più grossa di te, dentro 15000 pannolini, 1000 cambi (mutande, tute, magliette, calzini), crema per il sederino, crema per il viso contro vento e freddo, crema per il viso con protezione solare, salviette, fazzoletti, occhiali da sole, cappellino per il freddo, cappellino per il sole, giochi, macchinine. Tutto rigorosamente suddiviso in bustine e bastone colorate, fashion. Ti sei pure iscritta su alcuni gruppi su Facebook di mamme che, come te, hanno la mania delle borse per il cambio e si scambiano consigli su come far stare dentro la casa, in modo che occupi poco posto. Tieni pure una fascia tg 3 sul fondo della borsa che non si sa mai. Faresti prima, insomma a mettere quattro ruote al loro armadio e portartelo in giro.

C’è un giorno in cui, pensi che, forse, visto che stai andando al lavoro, tua figlia starà con i nonni (ovviamente super accessoriati e sul pezzo), tuo figlio andrà all’asilo dove ha già tutto ciò che gli serve. Ecco, arriva il giorno in cui pensi: “vabbè dai, oggi mi porto solo un pannolone d’emergenza per Ami, le salviette, quelle sempre, il resto lo lascio a casa e viaggio leggera, per una volta, tanto poi stiamo dai nonni, tanto poi andiamo a casa”.

QUEL GIORNO, è il giorno in cui ti servirà TUTTO e dico tutto, quello che hai lasciato nella borsa gigante sul tavolo della sala: perché tuo figlio, dopo mesi, si farà la pipì addosso, mentre siete all’ikea, mentre l’unica cosa che hai per il cambio è un pannolone di sua sorella.

In stile Mc Gayver ti ingenierai, giusto per cercare di tornare alla base e userai l’unico pannolino lasciando “scoperta” tua figlia che, ovviamente farà la cacca in quel momento.

C’è un giorno in cui deciderai di andare a prendere tuo figlio all’asilo, due biscotti buttati al volo in borsa, tanto poi veniamo a casa e facciamo una super merenda,

QUEL GIORNO, è il giorno in cui una mamma ti inviterà ad andare con lei e il suo piccolino al parco e una volta arrivati lì, sfodererà per il figlio ogni ben di dio e non solo, ne avrà abbastanza anche per il tuo che, ovviamente, si lancerà sopra la merenda più buona che ci sia, lasciando i tuoi due biscotti maffi e te con la faccia da ebete, a maledire di non aver portato con te qualcosa di più.

C’è un giorno in cui, tu che hai appena preso l’ultimo iPhone 7 plus con mille funzioni, tra cui forse quella di prepararti il caffè mentre suona la sveglia, uscirai la mattina presto di corsa di casa con tutta la tua famiglia per portare Numero Uno all’asilo, Numero Due dai nonni, te stessa al lavoro e il papà, vabbè lui si porta da solo in ufficio.

QUEL GIORNO, troppo tardi ti renderai conto di avere la batteria del tuo super iPhone al limite, di non avere con te un carica batterie, di non avere con te nemmeno un pannolone (lo hai usato il giorno prima all’ikea, ricordi?) e non ti renderai conto, invece, di aver inavvertitamente  attivato la sera prima, la modalità “non disturbare” del tuo iPhone. Sempre QUEL GIORNO, sarà quello in cui riceverai, dopo venti minuti che hai lasciato Mattia all’asilo, dodicimila chiamate dalla maestra e non le sentirai, perché hai la modalità non disturbare attiva. Beata penserai ad addentare la tua brioche al bar, quella che ti concedi ogni mattina con il tuo compagno prima di portare Ami dai tuoi. Dopo l’ennesimo squillo a vuoto, chiameranno il tuo compagno per avvisarlo che tuo figlio si aperto la fronte e che lo stanno portando al Pronto Soccorso.

Ti cadrà il mondo addosso, ti sentirai una terribile madre. Proprio tu che cerchi sempre di prevedere ogni situazione, proprio tu che giri con le valigie, proprio tu che… proprio tu che sei umana.

Cara Federica, cara mamma, tutto questo ti insegna che la vita è imprevedibile, che per la famosa legge di Murphy, le cose che più ti spaventano accadranno proprio quando meno te l’aspetti, così come le cose buone.

Tutto questo ti insegna che è inutile dannarsi una vita per prevedere le cose, tanto loro succederanno quando vorranno e come vorranno.

La cosa importante però, è che tu ne sei uscita ogni volta. Anche se sorpresa e impreparata, dopo un primo momento di smarrimento, ti sei riorganizzata e tutto è andato per il meglio.

Come dico sempre, anche in questo caso, ogni “QUEL GIORNO” imparo che la mamma perfetta è una mamma imperfetta.

L’onnipotenza non ci appartiene e…. MENO MALE!

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