Come é difficile parlare piano, mantenere la calma, essere assertivi e non autoritari, elevarsi al livello dei propri figli. Non so per voi, ma per me é quasi impossibile. La giornata magari inizia pure bene, a Mary Poppins faccio un baffo: Sorridente, paziente, piena di amore, poi all’improvviso la trasformazione: Divento sempre più grande, sempre più verde e basta sono l’incredibile mamma Hulk.


Perché é inutile che ci giriamo intorno: I figli, pezzi del nostro cuore, le palle ce le fanno girare eccome.
Non solo, parlo per me, i figli a volte stanno pure sulle palle. Eccome.
Che le facciano girare o che ci saltino sopra, il punto é sempre lo stesso: In quel momento non sono come vorremmo fossero. No, mi correggo non si comportano come noi vorremmo.

Chi non é mai stata colpita dalla sindrome della mamma hulk alzi la mano e mi sveli il suo segreto. Io ne sono stata affetta e lo sono ancora. Ultimo attacco? Due minuti fa. Amalia febbricitante si addormenta al seno, Mattia dopo l’ennesima della giornata, forse anche lui sentirá il tempo oppure cova qualcosa, decide di saltare in testa a me e a sua sorella svegliandola. Un secondo. Una voce dentro di me dice “ferma, calmati”, ma la mamma hulk é più potente.
Sintomi:

  • Occhi fuori dalle orbite
  • Tono della Voce fuori dai dcibel consentiti
  • Voglia di buttarlo giù dal letto a mille
  • Colore verde in viso

Niente, parte l’embolo

Il problema però, é che quando passa, mi sento una cacca immensa, sensi di colpa a non finire.

Una sensazione di irrimediabilità sull’accaduto. Mi viene da chiedergli scusa, anche quando comunque arrabbiarsi con lui é stato giusto.
A mente fredda, capisco subito che la mia reazione aggressiva é una mancata gestione della mia frustrazione.
Mio figlio non si comporta come dico io e io, frustrata passo per la via istintiva.

Lo guardo di nuovo, eppure lui é quell’esserino minuscolo che appena nato aveva un vicino cosi dolce. Ora é un treenne indemoniato, ci sia mai una volta che dica un sì, che si faccia abbracciare quando ho voglia di farlo, che faccia almeno due volte al giorno una cosa senza che debba corrergli dietro e alla prima. Che se ne stia di quello che gli spiego e dico quando non é possibile fare come dice lui. Un treenne che fa le pernacchie a chiunque per strada lo saluti e gli dica qualcosa. Un No per risposta se non addirittura no brutta!


Eppure tu lo educhi ogni giorno, eppure lui sa benissimo dire grazie per piacere ciao.

Niente un piccolo adolescente ribelle che fa solo come vuole lui.

Le hai provate tutte, la montessori, steiner, tutte e niente non ottieni niente. A quel punto non ti resta che la sindrome della mamma hulk. Perdi le staffe. Eccola allora, la mamma che sta sulle palle al proprio figlio. Quella che anche un figlio, prima di nascere,si augurerebbe di non avere mai: Indemoniata anche lei.

Accidenti che caos!

Che vi devo dire? Trovo che la cosa più difficile spesso sia ricordarsi che al di lá del legame di sangue, i nostri figli sono persone, con i loro caratteri, le loro idee. Può succedere allora che come tutte le persone, anche tuo figlio in certi momenti ti stia antipatico e che tu stia antipatica a lui. Al di lá del legame di sangue siamo caratteri diversi che si relazionano.
Imparare ad accettare che i nostri figli possono esser molto differenti dai figli immaginati e idealizzati é molto frustrante. Ma forse non impossibile. É per me, un dovere di genitore.
Non solo, accettare anche la mamma hulk sarebbe un passo, forse, per salutarla definitivamente.
Medita mamma Chicca, medita.

 

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