Uscire di casa con due bimbi piccoli è un’impresa.

Non so perchè, ma se anche due minuti prima di decidere di uscire hai tutto sotto controllo, nell’istante stesso in cui dici “ok prepariamoci “, basta inizia il caos. Cambia Amalia, vesti Amalia, rincorri Matty, fagli fare la pipì, ri-rincorri Matty, asciuga la pipì che scappando ha fatto in salotto, lava Matty, ri-ri-rincorri Matty per mettergli delle mutande pulite, vestilo. Ce l’ho fatta! No. Ora tocca a me, ma sono talmente esausta e in ritardo, che mi vesto con le prime due cose che vedo, un pò di mascara, capelli bagnati e… via? No. Devo mettere le scarpe a Matty che, nel frattempo, si è baganto la maglia bevendo dal bidet, mentre io ero di là in camera e Amalia ha appena fatto la popò. Okey. Calma. Insipra, respira. Si riparte.

Dopo dieci minuti scarpe messe e via si esce. No. “Mamma macchinine “. Altri dieci minuti di trattative: da cento macchinine infilate nella mia borsa (peso 10 kg) e due nelle manine, patteggiamo per quattro: tre in borsa e una in mano.

Okey ora ci siamo. Si esce. Quel click della porta che si chiude alle nostre spalle, suona come un fuoco d’artificio alla festa di paese, come l’urlo goooool quando la tua squadra del cuore  segna.

Perfetto. Ora si respira. Persino Mattia uscendo escalma ahhhh.

L’assetto per la scoperta del mondo è questo: Ami in fascia, Mattia per mano, zaino o ju ju be sulle spalle (vedi mio post precedente qui). Non ci ferma nessuno, anche senza macchina, noi prendiamo bus, treni, funicolare, ascensore e spesso tutti nello stesso giorno. Ed è bellissimo. Magari un pò stancante per il fisico, ma energia pura per la mente e l’anima.

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Lo ammetto, io non sono una mamma che gioca tanto, una di quelle che si siede per terra e costruisce castelli con i blocchi di legno o altro. No, io sono una mamma che ama esplorare il mondo con i propri figli. Adoro fargli scoprire posti e cose nuove, come quando saliamo sulla funicolare Sant’Anna che ci porta in centro e con Mattia, aspettiamo il suono che ne preannuncia la partenza e ce la ridiamo. Oppure quando facciamo finta di avere paura, quando le due cabine, quella che sale e quella che scende, si incontrano.

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Uno degli aspetti più belli del babywearing è questo: Amalia partecipa alle nostre esploraIoni osservandole dal nostro stesso punto di vista, abbiamo solo tre altezze diverse. Volete mettere guardare tutto intorno quasi alla stessa altezza della mamma, piuttosto che fissare il cielo da una carrozzina? Amalia è curiosa, sorride a tutti e all’occorrenza se la dorme pure.

Okey. Siamo fuori. Assetto a posto. Dove andiamo?

Abbiamo la fortuna di abitare “A Castelletto”, per me uno dei quartieri più belli e vicino al cuore della nostra città, Genova. È situato nella parte alta, qui diciamo circonvallazione a monte e per scendere in centro, ( circa dieci minuti a piedi), si possono prendere due ascensori: uno di levante e uno di ponente. Che meraviglia! Anche perché la cosa bella, è che entrambi sono situati in uno dei punti più suggestivi di Genova: Belvedere Montaldo, noto ai Genovesi come Spianata Castelletto. Avete presente una terrazza che troneggia sopra tutta la città? Il mare che si confonde con il cielo, la lanterna, il centro storico;  è tutto lì sotto e davanti ai tuoi occhi, dandoti la sensazione che Genova possa stare sul palmo di una mano.

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Una finestra sulla città

Spesso alla mattina ci fermiamo a giocare a Spianata. Ci sono tante nonne e bimbi. Si mettono i giochi, che ciascuno ha con sè, a disposizione di tutti e via. Aggiungete a un panorama mozzafiato, il vociare dei bimbi e i colori dei loro giochi e avrete la perfezione.

Ci sono invece, dei giorni in cui le nostre avventure vanno oltre e si addentrano nel cuore della città: il centro storico, “i carruggi”.

Come mia mamma portava mia sorella e me bambine su e giù per le sue vie, lo stesso faccio io con i miei figli. Certo Amalia è ancora troppo piccola per poter dire la sua in merito, ma Matty incomincia a farsi i suoi discorsi, il nostro camminare ha sempre una colonna sonora: la sua vocina che chiede. “mamma, cus’è?”. Ed è così che ho incominciato davvero a guardarmi intorno.

Ieri per esempio, in occasione di un aperitivo con bimbi, che avevo organizzato coinvolgendo alcune mamme cangurine come me, siamo scesi giù verso l’expò (zona Acquario, per capirci), prendendo strade che io non avevo ancora percorso o forse sì, ma senza prestarci troppa attenzione (trascinata da Simone, per esempio). Ammetto di non essere mai stata un amante dei vicoli, fatta eccezione per le due vie più famose per lo shopping (eccoci di nuovo qui!): via Luccoli e Via San Luca. Ieri, ovviamente, dello shopping mi interessava ben poco, così ho preso un vicolo a caso e via l’ho seguito. Abbiamo scovato un negozio di giocattoli usati, Matty se ne è innamorato: immaginatevi una vetrina piena di puffi, sì proprio quelli anni Ottanta, quelli con cui giocavo io e dentro al negozio tantissime ceste con giochi di ogni tipo: barbie, macchinine, libri; sembrava un’enorme cameretta piena di giochi messi più o meno in ordine. Dopo aver convinto Matty a ripartire e aver rincorso ottomila piccioni, siamo passati davanti alla Moschea del centro storico di Genova. C’è da dire che ultimamente girare per i vicoli è un pò come fare un viaggio in terre sconosciute dalle più svariate culture. Cammina, cammina, siamo arrivati in piazza Banchi dove Matty è rimasto incantato da una ragazza che suonava il violino all’angolo della strada. Capirai, direte voi. Capirai, ho pensato io. Vero. Ma se c’è una cosa che ho imparato girando con il mio ometto, è che spesso vedo, ma non guardo davvero e soprattutto che con lui non bisogna mai avere fretta, bisogna anzi prendersi del tempo e godersi ogni momento. Guardandosi davvero intorno, ci si arricchisce. Per esempio, dopo un pò che eravamo in piedi ad ascoltare la ragazza, ho incominciato a essere impaziente (eh, avevamo appuntamento ed eravamo “stranamente” in ritardo”), così ho incominciato a tirare via Mattia. Lui camminava lentamente e ogni tanto si girava a riguardare quel violino suonare. Dopo alcune volte, mi sono girata anche io e ho visto una scena bellissima: marito e moglie anziani, mano nella mano. Nell’aria all’improvviso “partirò di Boccelli (sempre la ragazza con il violino). L’uomo si è fermato e ancora tenendo la mano alla moglie le ha sussurato: “senti! la canzone…”. Vi giuro, c’è stata una tale dolcezza, un tale amore nel suo gesto che mi sono commossa e ho ringraziato Matty per avermi di nuovo insegnato a rallentare il passo.

Poco dopo, una nonna è uscita da un negozio di abiti da sposa tenendo per mano una bimba, avrà avuto cinque-sei anni, la commessa che le aveva seguite sulla porta, stava dicendo alla piccolina: ” allora siamo d’accordo, ti tengo da parte il vestito rosa…”. L’espressione estasiata della bimba era imperdibile. Me la sono immaginata vagare in mezzo a quegli abiti da sogno, da principessa e a immaginarsi come nelle favole che la sua mamma le avrà raccontato. Se Mattia non mi avesse detto:” mamma! Bimba!”mi sarei persa anche questo. Cosi come ogni aereo che passa sui nostri cieli, come quell’unico filo d’erba che chissà come sbucava dalla strada. Come la luna, sì perchè Matty è bravissimo a vederla non appena esce, quando ancora è chiaro.

Perchè, non smetterò mai di scriverlo, di dirlo, di pensarlo, corriamo troppo, siamo sempre a guardare l’orologio, il cellulare, a rincorrere non si sa bene cosa.

Quando mi fermano e mi chiedono se con due bambini è dura, dico sempre sì, non è facile, ma io mi diverto, vivo davvero. Del resto cosa sono questi loro pochi anni, in cui ancora sono con me, dove se io dico magia, loro credono alla magia, rispetto a una vita? Tra poco correranno soli, come è giusto che sia, verso il mondo, gli amici, l’amore, la loro vita. Spero che questi nostri giretti scalderanno loro il cuore, quando ci ripenseranno. A me mancano già.

Panorama Belvedere Montaldo

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Ascensore Castelletto Ponente (Galleria Garibaldi – Castelletto
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Verso Spianata Castelletto

2 commenti

  1. meravigliosamente mamma………………

  2. […] di Genova. La mia città è così, vi ricordate? Sta tutta sul palmo di una mano (vedi qui). La cosa meravigliosa è che tu puoi trovarti al mare, guardando i monti.  E’ tutto lì. […]

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