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Spesso nella gestione dei miei figli quello che mi complica di più la vita, è il contesto. Se parliamo, ad esempio, dei giardinetti, sono le altre mamme. Non sempre, non tutte, ma spesso e alcune. Fin dalle prime volte mi sono chiesta quali fossero le regole: che voi sappiate, esiste una sorta di codice quando, per dirne una, mio figlio si lancia letteralmente su un altro bimbo per prendergli un gioco? Posso portarmi dietro la casa, l’intero negozio di giocattoli, ma Mattia troverà sempre qualcosa di più interessante e bello con cui giocare. Dove? Tra le mani degli altri bambini. Lo so, lo so, ho scoperto l’acqua calda, però, devo dirlo, quando capita mi sento inadeguata.  Potevo portare con noi: la palla, il monopattino, il carrellino della spesa, i gessetti, le bolle, invece ho solo i pentolini, le macchinine, la bicicletta, la ruspa gigante,il trattore… e la stessa cosa succede con la merenda. Giro con una borsa dalle dimensioni di un trolley con cui andare in vacanza un mese,  dentro  l’intero supermercato, ma nulla sarà così buono come il pezzo di focaccia che ha quella bambina lì vicino. Mi sento inadeguata. Di nuovo.

Se la mamma che ho davanti è una che, come me, preferisce lasciarli giocare  e autogestirsi ( io dico sempre finchè non vedo sangue…beh ovvio un modo ironico per dire che non interverrei a meno di situazioni pericolose) o nel caso della merenda, sorridendo ne porge un pezzo a Matty, ci ridiamo su insieme e tutto è molto easy.

Se invece è una di quelle: ” o mamma mia tieni al suo posto questo piccolo teppista!” perfettamente controllata, con al seguito un figlio modello che, dove lo metti, sta e che pacifico, contempla il suo giochino, allora sono guai; la nostra divertente uscita al parco si trasforma in un continuo :”NO! MATTY VIENI QUI LASCIA STARE IL BIMBO!”.

E sinceramente, non mi piace per niente. Mi innervosisco e la gestione della situazione diventa rigida.

A me sembra normale che un bimbo di neanche tre anni, si comporti cosi, c’è da ridere che noi adulti a volte ci comportiamo anche peggio quando vogliamo qualcosa. In ogni caso, lo ammetto sono in seria difficoltà. Anche perchè se poi un bimbo viene da lui per prendergli un gioco, posso anche arrivare a costringere Matty alla condivisione, pur patendoci, perché ho scoperto che, oltre a essere gelosa delle mie cose, lo sono anche di quelle di Mattia.

Ma quindi, come si fa?

Alcuni giorni fa, mi è capitato di leggere questo articolo dove, in sostanza, si spiega quanto sia importante non costringere alla condivisione per insegnare la condivisione. Insomma tutto l’opposto di quello che istintivamente mi verrebbe da fare.

Sicuramente applicato alla relazione tra fratelli, mi sembra un ottimo spunto,  ma ai giardinetti di difficile applicazione. Soprattutto quando la condivisione dello stesso punto di vista deve esserci a monte, tra le mamme. E questo, ripeto, non sempre capita.
Combattuta tra il desiderio di lasciare ai miei figli la libertà di essere e di affermarsi e il timore di tirare su due futuri adulti prepotenti, per sicurezza mi comprerò una borsa ancora più grande!

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